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Rebic è una punta. Punto.

Cosa abbia fatto Ante Rebic nella vita, cosa aspiri a diventare o cosa si senta personalmente, non interessa a nessuno. L'ex Besiktas è stato preso per fare la punta, cioè per alternarsi a Krstovic. Essenzialmente, è stato preso per mettere pressione al montenegrino e nei momenti come quelli attuali, in cui appare annebbiato sotto porta, giocare al suo posto. Oppure, semplicemente, per dargli la possibilità di rifiatare durante la partita. Se te lo giochi dall'inizio insieme a lui crei un corto circuito e non hai più la punta di ricambio. Perché Burnete non lo vedi nemmeno per farci coppia a briscola sull'aereo di ritorno. 

Le cose semplici 

Un po' di confusione sembrerebbe esserci. Almeno agli occhi degli osservatori. Poi Gotti può dire che è tutto sotto controllo, che Dorgu è un tuttofare, che va bene rincoglionirlo così facendogli fare oggi l'esterno alto a destra, domani l'esterno basso e dopo domani il cuoco della Nazionale con la Nutella.

Però poi se i risultati non aiutano, allora le cose non stanno così. Dorgu non è un Barbapapà che cambia forme in base alle tue volontà. Dorgu deve tornare a sinistra dove valorizzerebbe sè stesso e anche Gallo. Rebic è il sostituto di Krstovic. Marchwinski e Hasa vanno provati in più contesti prima di ritenerli non idonei. E Pelmard gioca quando non c'è Guilbert. Perché dietro queste bocciature c'è un pensiero e non è detto che sia anche giusto.

L'allenatore fa l'allenatore, e mette in campo la Rosa che gli ha messo a disposizione il direttore generale. Corvino si assume la responsabilità del mercato quando in campo le sue scelte falliscono. In campo, non quando vengono bocciate su carta. 

Cioè, noi sbigottiti!

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