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Ammetto quanto sia difficile muovere una critica contro un allenatore che ti piace e le cui scelte le comprendi anche quando si rivelano sbagliate sul campo. Ad esempio, in 40 anni non ho mai trovato un difetto a Zdenek Zeman. Anche perché credo che non ne abbia.

In realtà non voglio muovere critiche contro Luca Gotti, ma piuttosto sollevare delle riflessioni che rimetto al buon senso del lettore e del tifoso. Aspetti su cui dovremmo concentrarci per capirne di più in attesa che finisca questa lunga ed estenuante pausa per la Nazionale che ci impedirà di tornare in campo subito per smaltire la rabbia e la delusione. 

Patrick Dorgu e la catena di sinistra

Penso di aver interpretato l'idea di Gotti: non avendo un titolare a destra, preferisce mettere Dorgu e averlo al 60-70% delle sue potenzialità e quindi avere un Rebic o un Tete Morente (magari un Banda quando disponibile) nel loro ruolo ideale, piuttosto che il contrario con un Dorgu al 100% ma con la fascia destra al minimo storico.

Un'idea che di base può essere condivisibile ma che il campo, non Vittorio Murra, il campo, ha bocciato. Il campo dice che Dorgu, in quella posizione e al netto della rete contro il Parma, non trova i giusti movimenti. 

Quando Gotti arrivò lo scorso anno disse una cosa che poi risultò vincente:

Facciamo le cose semplici.

Quindi 4-4-2 classico, Oudin a destra e Dorgu reinventato da lui a sinistra ma più avanzato. Scoprimmo, grazie ad una sua intuizione, che la catena di sinistra giallorossa poteva fare invidia a qualunque squadra di Serie A. Cosa sia successo da Maggio ad oggi non l'ho capito. 

Smontare quella catena, così bella, troppo per essere vera, non sta dando i frutti sperati. Che senso ha continuare così? Il Lecce, oltretutto, sta svalutando il suo calciatore simbolo, mettendolo a volte anche in imbarazzo. Abbiamo detto tante volte che Dorgu ha difficoltà in fase difensiva e che giocando da terzino avrebbe dovuto imparare ancora tanto, metterlo addirittura in difesa a piede invertito sembra più che un azzardo una follia. 

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