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Il Lecce dopo aver vinto contro il Verona si presenta a Bologna con qualche certezza in più, probabilmente tra queste c'è quella di dover difendere necessariamente al limite della propria area di rigore. 

Gotti nel primo tempo ci fa vedere fin dove può arrivare la sua fervida immaginazione: toglie dall'attacco l'elemento più pericoloso per le difese avversarie che nella partita precedente aveva segnato tre gol (due annullati per un nonnulla) e fatto espellere due calciatori avversari, risultando il migliore in campo, cioè Dorgu, per arretrarlo al ruolo di mezz'ala, neanche sinistra, direttamente destra. Un pesce fuor d'acqua praticamente che non ha potuto esprimere mai la sua qualità, finendo la partita con la lingua di fuori, sempre a rincorrere avversari; nel secondo tempo, credendolo instancabile, dopo averlo fatto morire a centrocampo, decide che possa agevolmente sprintare sulla fascia e lì lo piazza. E' inutile dire che le qualità del danese non sono venute fuori perchè da mezz'ala ha praticamente difeso se non in rare ripartenze, mentre quando è stato schierato da ala non ne aveva più. Complimenti.

Ad ogni modo la formazione, messa in campo con il 4-3-3,  vedeva la linea a quattro davanti a Falcone composta da Guilbert, Gaspar, Baschirotto e Gallo, a centrocampo Ramadani perno centrale, Dorgu mezz'ala destra e Rafia sinistra; davanti Pierotti ala destra, Banda dalla parte opposta e Krstovic punta. Nel primo tempo il Lecce si è fato rispettare, ha anche sfiorato la rete e prodotto un paio di azioni pericolose; nella seconda frazione di gioco invece, probabilmente per paura di prendere gol, ma forse anche per la bravura degli avversari è rinculato fino al limite della propria area di rigore; qui sono emersi i limiti di Gotti e del suo staff. 

Perchè? 

Perchè a nostro parere bisognava dare fiato immediatamente sugli esterni, oltre a sostituire Krstovic, il Bologna infatti ha iniziato a trovare le corsie libere ed è stato “libero” di mettere in mezzo, con continuità, palloni sempre più pericolosi, mentre il Lecce non riusciva più ad uscire da quel guscio dorato nel quale pensava di essere salvo. Le sostituzioni operate dal tecnico sono state inutili perchè non hanno prodotto nulla, la squadra è rimasta arrocata lì incapace di creare problemi alla retroguardia felsinea, finchè uno dei tanti traversoni indirizzati come una lama nel cuore dell'area giallorossa non ha trovato Orsolini pronto a colpire di testa e mettere la palla alle spalle di Falcone.

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