Il Fatto Quotidiano: "Paradosso Fitto. La copertura stadio Lecce non sarà pronta per l’evento"
Il quotidiano fondato da Marco Travaglio e Peter Gomez: "Pronto solo se si sfratta la squadra giallorossa. Danno economico per Sticchi Damiani"
Il Fatto Quotidiano: “Giochi del Mediterraneo, ennesimo paradosso: Fitto ha voluto la copertura dello stadio di Lecce, ma sarà pronta dopo la fine dell’evento”
Un ampliamento fortemente voluto dall’ex ministro Raffaele Fitto, che prima di volare in Europa aveva messo le mani sul grande evento che riguarda la Regione di cui è stato governatore, con un occhio di particolare riguardo per il suo Salento. Ma come al solito al governo hanno fatto i conti senza l’oste, o meglio senza le maestranze che poi i lavori devono farli.
Il vecchio progetto prevedeva essenzialmente dei ritocchi esterni, in tempi circoscritti, senza troppi disagi. Con il nuovo cambia tutto: bisogna toccare la struttura dell’impianto. La precedente amministrazione comunale aveva preparato solo un documento di indirizzo, che prevedeva 12 mesi per la realizzazione, chiaramente sottostimati.
Una volta che il progetto è finito sul tavolo del commissario, è stato subito evidente il problema: per finire entro l’estate 2026, considerando che ad oggi non c’è ancora nulla (né un progetto definitivo, figuriamoci la gara), bisognerà lavorare a tappe forzate, chiudendo lo stadio. Ma non si può fare: ci gioca il Lecce e bisognerebbe sfrattarlo. Un po’ lo stesso problema che si è posto con lo Iacovone, con la differenza che mentre per il Taranto in Serie C una soluzione si può trovare, spostare in pianta stabile una squadra di Serie A è davvero complicato, oltre a causare un danno economico alla società del presidente Sticchi Damiani.
L’alternativa è realizzare l’intervento in parallelo alle partite di campionato, lavorando a spicchi sull’impianto, un po’ come è stato fatto di recente a Bergamo e Udine. Ma lì infatti i cantieri sono durati anni, un tempo che il commissario non può permettersi: i decreti con cui sono stati stanziati i fondi prevedono infatti che gli interventi debbano concludersi in tempo per i Giochi. Ad oggi, vista l’impossibilità materiale di rispettare questa condizione, non si può nemmeno bandire la gara. Si rischia di perdere i fondi.
Escludendo l’ipotesi di cacciare il Lecce, servirà allora una deroga del governo che autorizzi a realizzare solo una parte (le tribune, ad esempio), e finire il resto (le curve) dopo il 2026. Un’opera per una manifestazione che non sarà pronta per la manifestazione. Il solito paradosso dei grandi eventi in Italia.