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 Balthazar, poi, può dare una mano efficace anche in posizione di incontrista, visto che può avviare il pressing iniziale sugli avversari cercando di recuperare quanti più possessi possibili, così come in un ruolo più di supporto come quello del regista – una versione ancor più aggressiva del playmaker arretrato – tenuto conto del suo buon adattamento agli schemi orientati al possesso palla con un pressing alto sul campo. 

Avendo la libertà più completa per impostare le giocate da una posizione più arretrate, Pierret sa offrire una serie di soluzioni creative e imprevedibili da dietro un attacco che tiene il pressing alto e cerca costantemente nuove opportunità per i compagni, i quali si smarcano per avanzare verso la porta. Alcune volte sale in cattedra diventando il cuore pulsante della squadra, avanzando palla al piede per guidare l’azione offensiva così come tornando in difesa a coprire. 

Sempre in grado di offrire un’opportunità di passaggio ai suoi, il francese ha le doti fisiche per mantenere un’intensità alta e capacità tecniche per incidere sulla partita. In più, sa proporsi con forza: cerca infatti di andare a prendersi la sfera più indietro e di smistarla con determinazione, restando sempre al passo con l’azione e, seppur raramente, posizionandosi al limite dell’area avversaria, cercando lo spazio per la conclusione o per provare quel passaggio chiave e decisivo che possa tramutarsi in un’opportunità per finalizzare.

Raramente si produce in scorribande offensive (il proporsi in avanti non è la sua prerogativa principale) ma quando lo fa è un vero e proprio ‘carrilero’ (soprattutto in un centrocampo a tre), poiché sa coprire le aree laterali del campo e collegare la sezione difensiva del centrocampo a quella offensiva, in uno spazio che può andare dalla linea di demarcazione della propria area di rigore a quella di competenza degli avversari.

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