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Sul mercato di gennaio

La sessione invernale è sempre difficile. C’è stato tanto lavoro, in entrata ed in uscita. Ci sono stati momenti che ci hanno visti impegnati con Saverio e Stefano al massimo. Noi non siamo persone che si contraddicono, ma come ha detto il presidente prima, quando ti trovi per ragion di società, sarebbe stato surreale e irrealistico forse farsi rimproverare di non aver fatto un’operazione che avrebbe messo in sicurezza la società che deve mettersi benzina da sola e creare risorse anche per allargare il suo campo dell'area tecnica, delle infrastrutture dove siamo carenti, dove nonostante ciò abbiamo una primavera in Serie A. Vogliamo queste risorse non per metterle in tasca ma per fare un Lecce migliore. 

Ci eravamo lasciati con dei punti fermi, cioè prendere tre ruoli. Subito abbiamo presentato il primo, una settimana prima della chiusura del mercato avevamo preso anche altri due, poi durante gli ultimi giorni abbiamo dovuto finalizzare quella che potrebbe rimanere per il club una cessione storica, dovendo ottemperare a prendere un esterno offensivo ed esterno difensivo e ci siamo riusciti con N'Dri e Sala, chiudendo il cerchio.

Su Helgason

Un altro aspetto che è giusto vi possa anticipare è su Helgason, per non alterare certe verità. Helgason è un calciatore che quando è arrivato dall'Islanda dicevano: l'angale, l'islandese. Poi abbiamo vinto la Serie B, 25 presenze in Serie A. Le nostre scelte sono condivise anche dagli allenatori, ma durante la stagione ci può essere quel giocatore che può dare di più. Il calciatore anche fa delle scelte, quindi ci siamo trovati a ripartire con Helgason. 

Arrivati al suo terzo anno, a gennaio mi chiede di andare a giocare ed io dico “Rimani qua perché ogni anno son sicuro che prendi quello che ti meriti”. Cambiando procuratore, convinto dalla volontà del giocatore e dalla volontà dei nuovi agenti di mandarlo a giocare, ho detto “Va bene, vai a giocare”. E' andato in Serie B tedesca, è ritornato, con un allenatore diverso. Con gli allenatori fai sempre il punto della situazione di tutto l'organico che hai. Ho detto (a Gotti, ndr): “Attenzione ad Helgason perché è un giocatore che non hai visto in questi mesi”.

Quando uno va fuori lista è per scelte tecniche. Seguendo scelte tecniche è rimasto fuori lista, ma io e Stefano abbiamo chiamato il ragazzo facendo una proposta per triplicare il contratto che aveva pur da fuori lista. Esercitiamo l'opzione in più altri tre anni triplicando il contratto. E' arrivato il nuovo allenatore, lo ha visto ed ha detto che poteva stare in lista. Oggi sta giocando titolare. E' giusto che lo racconti perché come ha detto il presidente anche noi abbiamo il dovere di dare determinate considerazioni per dare un quadro completo.

Su Piccoli

Quello che dico è figlio di una domanda. Noi scegliamo l'allenatore in base alle linee guida che ci proponiamo, poi dentro a quelle linee guida ci sono quelle tecniche che fa l'allenatore, formazione, condivisione dei giocatori. Ci siamo seduti e c'erano due calciatori, non solo Piccoli ma anche Almqvist, che non erano di volontà e nelle linee guida dell'allenatore. Quindi non solo Piccoli, ma anche per Almqvist abbiamo seguito le linee guida che ogni allenatore ci da, senza polemica.

Sull'essere il Re Mida del calcio italiano

Essere considerato Re Mida perché vendi a trenta milioni, settanta o ottanta non è quello che sento maggiormente. Mi sento Re Mida per il risultati che ottengo con il club dove lavoro. Non vorrei essere ricordato come il miglior talent scout d'Italia e per le plusvalenze, ma per quello che in Italia è arrivato dalla terza categoria alla Champions League facendo tutti i campionati e vincendoli.

Su Hasa

Siamo al discorso legato a certe situazioni che si verificano nel calcio, cioè prendere giovani calciatori sconosciuti a cui credi, ma che capisci che non rispondono alle esigenze dell'allenatore. Noi dobbiamo creare risorse, e le puoi creare prendendo chi gli altri non considerano o intravedendo laddove gli altri vedono. 

Io e Stefano abbiamo intravisto delle potenzialità, pensavamo che potessero diventare qualità, è stato cinque mesi e non è stato mai considerato, a questo punto ti fai una domanda. Io ho detto al presidente che abbiamo preso Hasa, lo abbiamo preso gratis, ora lo vuole il Napoli. Lo mandiamo al Napoli che ce lo chiede facendo una piccola plusvalenza o lo teniamo qui senza che giochi e che venga considerato? A volte una serie di fattori ti costringono a contraddirti. 

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