Corvino: "Ecco la verità su Piccoli, Almqvist ed Helgason"
Il direttore dell'area tecnica giallorossa è intervenuto questa mattina in conferenza stampa per la conclusione del mercato di Gennaio
Il direttore dell'area tecnico del Lecce, Pantaleo Corvino, è intervenuto questa mattina in conferenza stampa assieme al presidente Saverio Sticchi Damiani ed al ds Stefano Trinchera per parlare della sessione di mercato invernale appena conclusa.
Sui percorso fatto
Devo fare qualche premessa, doverosa ma anche sentita. La scelta del presidente si è rivelata vincente azzerando la posizione debitoria e di rendere successivamente l'azienda Lecce sostenibile. Un merito va a chi sceglie le persone.
Devo essere sincero, non è stato facile. Per me è stato bello. Pur rinunciando a due anni e mezzo di contratto ho accettato di tornare nella mia città, chiamato e stimolato anche da Saverio. Il Lecce era in Serie B, che io avevo lasciato in Serie A, c'era la Primavera in Serie B che io avevo lasciato campione d'Italia. C’era un'azienda da rendere sostenibile. Accettare questa sfida conoscendo la passione del Salento e del mio territorio per la squadra, non venivo qui per fare la parte dietro la scrivania. C'è anche una mia cultura ed una passione, anche vincente. Quindi era una sfida veramente difficilissima da raggiungere, sapendo che doveva coincidere con la vittoria. Già sapevo che era difficile azzerare una parte debitoria ereditata che non mi dava vantaggi, ma vincere era ancora più difficile.
Abbiamo tolto la parte debitoria. Siamo un'azienda sostenibile. La parte difficile è raggiungere risultati con una rosa giovane e con il monte ingaggi più basso. Siamo il più basso della Serie A e siamo da due anni e mezzo in Serie A.
Il presidente ha detto che abbiamo incassato 40 e speso 42, e così detto sembra che io e Stefano abbiamo avuto 42 milioni da spendere, così. Per azzerare i debiti la benzina l'abbiamo dovuta creare noi. Come ha detto il presidente partendo dalle cessioni di Falco e Petriccione, siamo partiti con quella poca benzina, poi tutto il resto. E' servito per comprare Henderson che poi abbiamo venduto, abbiamo preso Coda a zero e venduto a un milione e mezzo, poi tutti gli altri.
Tutta benzina che abbiamo messo noi nel motore per diventare un club sostenibile, togliendo la parte debitoria, senza contare quello che sarà il bilancio di quest'anno.
Finchè non c'è un management che crea risorse nessuno parla. Il problema a Lecce c'è quando c'è qualcuno che crea risorse, diventando un problema. Chi crea risorse come le plusvalenze, è un merito a chi sa comprare bene e a chi sa vendere bene. Non vengono dal cielo le plusvalenze. Sono figlie del lavoro, di chi compra a zero perché forse non può farlo diversamente in certi momenti. Poi cosa fa? Si prende il rischio come con Gendrey. C'erano i partiti perché c'era Calabresi che era meglio di Gendrey. Tutto è alterato nel concetto di fare calcio, più spendi più sei bravo. Più fai plusvalenze, più sei deficiente. Non è così che funziona.
Grazie a queste linee siamo riusciti a fare quello che abbiamo fatto. Oggi con questi utili, visto che la benzina la dobbiamo mettere noi, andiamo ad investire nel centro sportivo, nello stadio, nel far stare bene i tifosi, ma tutto ciò è figlio di quello che fa una società nel saper scegliere il management.
Questo lavoro è figlio di virtuosismo, per mettere benzina nel motore, è esercizio non facile che logora, stanca. Quando uno sbaglia non si tiene conto delle vittorie.