Corvino risponde alle critiche: "Questa demonizzazione del Lecce è un insulto all’intelligenza"
Al Corriere dello Sport, Corvino risponde alle accuse indirette del presidente della Federazione Gravina
Il resto dell'intervista
Nell'intervista, Corvino parla anche a Spalletti, che ha fatto richiamo alla mancanza di intensità in campo:
Lui [Spalletti] ha parlato di mancanza di intensità. Ma l’intensità alla squadra chi la deve dare? Sei anni fa Conte, che aveva anche gente che giocava al contrario, ci mostrò qualcosa di diverso.
A differenza di altri, io non voglio colpevolizzare nessuno, non mi interessa e non porta a nulla di buono.
Nel calcio, come nella vita, si sbaglia e chi sbaglia non deve scaricare sugli altri, ma assumersi la paternità dell’errore. E eventualmente, se lo ritiene opportuno, chiedere scusa.
Torna poi sul discorso giovanili, ribadendo che il Lecce ha in campo tre giocatori della Primavera e cinque giocatori italiani, facendo riferimento al sistema del mercato:
Il Lecce in A ha tre giocatori che provengono dalla Primavera, e sono tre titolari. Falcone, Baschirotto, Piccoli, Gallo e Sansone sono italiani.
Il Lecce non può permettersi gli italiani per i costi eccessivi. Devo difendere il nostro lavoro, la società, il territorio. Vogliamo parlare dei talenti locali?
I grandi club vengono qui e fanno razzìa. L’aridità del nostro calcio non deriva dalle politiche del Lecce, ma da quelle della Federcalcio e della Lega, dei club. E non da ieri.
Deriva dalla mancanza di strutture, campi, centri di addestramento e dall’impreparazione degli allenatori del settore giovanile.
Manca anche la volontà da parte della federcalcio di imporre percentuali dei ricavi da destinare alla formazione dei giovani.