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Il VAR che cambia tutto


Poi accade l'imponderabile, come spesso succede nel calcio. Dorgu contende un pallone a centrocampo, allarga il compasso per arpionare la sfera ma il piede sinistro gli capita sulla palla che gli fa da ponte facendogli perdere il controllo dell'arto che va ad impattare sulla caviglia di un avversario. Non c'è volontà di far male da parte del giallorosso, non c'è eccessiva foga, nè l'intenzione di colpire l'avversario, ma soltanto tanta sfortuna. 
 

Giallo per gioco pericoloso? Forse, diciamo forse perchè è solo un caso se il piede del laterale mancino finisce sulla caviglia dell'avversario. Ma tant'è, il giallo possiamo anche tollerarlo. Ma la cosa più indecente la compiono gli uomini del VAR che richiamano il direttore di gara al monitor ed invece di costringerlo a rivedere l'intera dinamica dell'azione gli mostrano soltanto il fermo immagine che raffigura il piede di Dorgu sulla caviglia dell'avversario; il giallo, chiaramente, diventa rosso. 

 

lecce-cagliari, guilbert, deiola, prati

I signori arbitri dovrebbero capire che nel calcio prima di espellere un uomo (che ricordiamo non può essere sostituito, mentre in tutti gli altri sport si) ci devono essere tutte le condizioni per farlo e senza la benchè minima ombra di dubbio. Espellere un uomo è talmente tanto penalizzante per una squadra ma anche per lo spettacolo in sè e per i trentamila paganti, che prima di estrarre il rosso dovrebbero chiedersi mille volte se sia giusto o meno e soltanto dopo decidere. 
 

Oltretutto è praticamente illegale che un direttore di gara si presenti al monitor per rivedere l'azione e invece di guardare concentrato quello che evidentemente può essersi perso in presa diretta lo faccia superficialmente facendosi condizionare più dalla valutazione dei suoi colleghi per radio che dalle immagini. Fatto sta che il secondo tempo è stato fortemente condizionato dall'inferiorità numerica del Lecce che però, magicamente, da gruppo è diventato squadra. 
 

Troppo importanti i tre punti e di conseguenza abbiamo visto i giallorossi aiutarsi l'un l'altro, abbracciarsi dopo i pericoli scampati, fare quei dieci metri in più per il compagno stanco o in ritardo, chiamarsi ed incitarsi a gran voce e chiedendo ad ogni fine azione ancora più calore da parte del pubblico. Con bravura e con un po' di fortuna (che non guasta mai e stavolta ha bilanciato la pessima gestione arbitrale) la squadra è riuscita a “tenere” il risultato fino alla fine, conquistando così la vittoria.

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