È un mondo a "piede invertito"
Scelte che lasciano ancora una volta tutti perplessi. Poi con la squadra ridisegnata tutto è cambiato
Cosa è accaduto
Risultato? Pessimo. Con tanti giocatori a piede invertito, la tendenza era rientrare verso il centro, imbottigliando il Lecce in un imbuto, facilitando il lavoro dell'Empoli e impedendo al Lecce di sfruttare le fasce. Ogni attacco si rallentava, con ogni giocatore che impiegava un tempo di gioco in più per rientrare sul piede preferito. Uno spettacolo davvero inguardabile, durato per sessanta minuti.
Anche dopo lo svantaggio, i calciatori del Lecce sembravano impotenti e incapaci di creare pericoli verso la porta avversaria. Oudin, incapace di compiere una sola giocata efficace, danneggiava Dorgu, che già perdeva gran parte delle sue potenzialità giocando a destra, ma faticava anche a rientrare per raddoppiare in marcatura su Guilbert. Lo stesso succedeva dall'altro lato: Gallo appariva titubante, senza scambi e sovrapposizioni. Nel frattempo, Ramadani, non al massimo della forma, era già esausto al 35’, costretto a rincorrere ovunque. D'Aversa non credeva ai suoi occhi, e infatti l'Empoli non soffriva affatto, arrivando vicino allo 0-2, con solo il palo a fermare i toscani.
Poi, quasi come per magia, Gotti ha deciso di intervenire: non solo ha cambiato modulo, passando al 4-2-3-1, ma con grande sorpresa ha spostato Dorgu a sinistra e Pierotti a destra. Ha tolto un centrocampista (Ramadani) per inserire Coulibaly, e soprattutto Sansone al posto di Oudin.
Non ci crederete, ma è bastato rimettere i giocatori al loro posto per avere in Dorgu e Pierotti due giocatori completamente diversi; Rafia ha ritrovato efficacia sul centro-destra, Sansone tra le linee ha creato superiorità numerica e tutta la squadra ne ha beneficiato. Le “cose semplici”. Abbiamo rivisto il Lecce arrembante che ci aveva fatto sognare, con le fasce che macinavano gioco senza sosta. Pierotti sfrecciava a destra, mettendo Sansone nelle condizioni di battere a rete a porta spalancata, ma l'ex Bologna è stato impreciso. Finalmente arrivavano palloni pericolosi in area, mentre Gallo ha mandato in mezzo l'ennesimo traversone e Pierotti, di testa, ha infilato l'estremo difensore empolese.
Dopo il gol, la squadra ha continuato a volare, e lo stadio, dopo i fischi, si è rinfrancato. Tutti ci credevano: tiri pericolosi, due traverse e azioni sfumate davvero per un nonnulla. L'Empoli, pur ben organizzato, sembrava annichilito e quasi rassegnato, ma è stato un nuovo intervento di Gotti a salvarli: per sostituire Guilbert, che era esausto, ha arretrato Dorgu come terzino destro, vanificando di nuovo la fascia sinistra, che per gli avversari era diventata imprendibile. E ha messo Rebic accanto a Krstovic, quando sarebbe stato più logico sostituire proprio il montenegrino con l'ex Milan. Perché, durante una partita, l’assetto e gli uomini giusti sono fondamentali.