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LORENZO SONEGO

Considerando esperienza, età, talento e risultati precedenti, il 2024 di Sonego è forse il più deludente nel panorama dei tennisti italiani. La prima parte di stagione è fatta di brusche sconfitte, per tratti inaspettate: a parte la “naturale” sconfitta al secondo turno degli Australian Open contro Alcaraz, prima che lo spagnolo venisse fermato da un infortunio al braccio destro qualche settimana dopo, non raggiunge mai i quarti di finale fino a Marrakech, dove perde contro il connazionale e futuro vincitore del torneo Berrettini

A causa della scarsezza di risultati, Sonego decide di cambiare allenatore: a metà aprile Gibo Arbino, storico coach, viene sostituito da Fabio Colangelo. La terra rossa, superficie a lui piuttosto felice, lo tradisce, così come l’erba, dove nel 2020 aveva conquistato il suo primo torneo ATP all’Antalya Open. Il cemento americano gli arride a metà: a Montreal e Cincinnati non supera il secondo turno, ma vince il suo primo torneo dell’anno (il quarto in carriera, tutti 250) a Winston-Salem; una magra consolazione, a cui segue la sconfitta al primo turno contro Tommy Paul agli US Open. Sonego può e deve fare di più: giocatore esplosivo, dotato di un gran dritto e di un solido servizio, oltre che di uno spirito al sacrificio che fa invidia ai più forti, gli occhi di chi scrive ancora non dimenticano, tra le altre, l’incredibile partita agli Internazionali d’Italia del 2021 contro l’austriaco Dominic Thiem, specialista della superficie (ha dato più volte filo da torcere a Nadal). Dopo più di tre ore e mezza e un match point annullato, in aggiunta ad una sospensione di venti minuti per permettere al pubblico di lasciare lo stadio causa coprifuoco, Sonego vince una partita lottata fino all’ultimo punto del tiebreak decisivo, con tanto di “balletto” finale con il suo team.

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