Non solo Sinner: il 2024 stellare del tennis italiano
La stagione tennistica di quest’anno è stata ricca di soddisfazioni per l’Italia: da Musetti a Nardi, andiamo alla scoperta del percorso e dei risultati dei nostri giocatori
MATTEO BERRETTINI
Non ci sarebbero ovviamente necessità di presentazione, ma il 2024 per Matteo Berrettini è stato un anno diverso dagli altri e per questo meritevole di una sottolineatura più marcata. Innanzitutto, l’anno del tennista romano inizia con un netto ritardo rispetto ai suoi colleghi: reduce da un grave infortunio alla caviglia procurato agli US Open dell’anno precedente e da un cambio di allenatore (Francesco Roig ha preso il posto di Vincenzo Santopadre dopo 13 anni di collaborazione), Berrettini inizia la stagione a marzo esordendo al Challenger 175 di Phoenix, dove viene sconfitto in finale da Nuno Borges. Al torneo 250 di Marrakech conquista una clamorosa vittoria e raggiunge l’ottantaquattresima posizione in classifica.
Nei tornei preparatori a Wimbledon, cioè Stoccarda e Halle, raggiunge rispettivamente la finale (perde contro l’inglese Jack Draper, altra rivelazione dell’anno) e gli ottavi di finale. A Londra, dove nel 2021 raggiunse una storica finale contro Djokovic, si arrende con onore al secondo turno contro il connazionale e grande amico Sinner, vincitore di tre tiebreak su tre. L’estate per Berrettini non finisce tuttavia qui, anzi: la parentesi londinese, in cui il tennista romano ha dimostrato di poter tornare ai fasti di una volta, è il preludio a una sfilza di successi; prima Gstaad e poi Kitzbuhel sanciscono due vittorie consecutive in due ATP 250.
La stagione sul cemento registra un calo fisiologico di risultati e prestazioni, con una punta positiva messa in mostra nella fase a girone della Coppa Davis, dove ottiene tre vittorie su tre e contribuisce al passaggio dell’Italia alla fase finale. A Tokyo si fa male agli addominali (infortunio che lo tormenta dal 2021) ed esce per ritiro nel match conto Fils, anche lui nuova stella nascente del tennis. È questo l’unico, apparente punto interrogativo su Matteo: se si garantisse una migliore condizione fisica, nessuno metterebbe in dubbio la sua stabile permanenza nella top 10.