Gomis a 360°: "La mia vita tra alcool e droghe. Parlai con SSD e mi disse..."
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La sua intervista a OCW Sport
Le prime confessioni alla famiglia
Una volta ho bevuto talmente tanto che ho preso dei farmaci a caso e li ho sniffati. Dopo che ne ho parlato con la mia famiglia sono andato in un centro. I primi momenti non volevo andarci, anche perchè giocavo e non volevo chiudermi in comunità. Ma a distanza di anni posso dire che quella è stata la scelta migliore che potessi fare.
Chi sono i dipendenti del centro di recupero e la sua iniziativa
Nel periodo di dipendenza ho speso circa 100mila euro. Quando sono entrato in comunità ho trovato delle persone che davvero aiutano i malati. Chi lavora lì è tutta gente che ha già passato quei momenti e in più vanno a lavorare su quello che l'alcool o la droga ti ha tolto.
Io ad esempio in quel periodo dicevo che tutto era nato da quando avevo perso mio padre, ma adesso ti posso dire che non è così, perchè anche mio fratello ha perso un padre, ma non si è drogato. Da lì abbiamo deciso anche di creare un'associazione che potesse prevenire questi fenomeni.
Con questo progetto ho ritrovato uno scopo. Adesso ci metto la faccia e racconto la mia esperienza: sono stato curato in un centro privato e potevo tenere tutto dentro di me, ma a qualcuno potrebbe servire la mia storia. Molti ragazzi mi scrivono sui social e mi chiedono dei consigli: per me quella è una vittoria perchè posso mettere a disposizione la mia esperienza.
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Un tema molto spesso sottovalutato e generalizzato da tutti
La disinformazione su questo tema nelle scuole è preoccupante. Secondo me bisogna parlarne ma non dicendo ai ragazzi di non drogarsi perchè fa male, ma fargli capire che esiste un'altra strada. Io quando giocavo a calcio avevo amici che si drogavano, ma non erano nel mio interesse. Quando ho finito, però, è diventato un casino: ho provato quel mondo (la dipendenza, ndr) e ho scoperto che non faceva per me, ed è per questo che ci tengo a questi problemi.
La paura per un calciatore di mostrare le sue fragilità
Personalmente, ho fatto fatica a chiedere aiuto, perchè arrivi da un mondo, quello del calcio, in cui c'è tantissimo ego. Io mi stavo ammazzando perchè pensavo: come faccio io, che gioco in Serie A e B, a finire in comunità?
Io oggi come oggi sono uscito allo scoperto, ma ci ho messo del tempo prima di pensare a queste cose. Io non potevo andare a rovinare la mia immagine da calciatore, ma dovevo nascondere tutto. Avevo paura di andare in comunità per non distruggere l'immagine che mi ero costruito.
Se fossi andato anni prima, magari adesso starei ancora ad alti livelli, perchè avrei accettato il problema e la situazione in cui mi ero cacciato. Queste cose me le disse anche Sticchi Damiani, con il quale ci siamo confrontati.