Marina D'Arpe, la presidentessa: "Vorrei un Lecce che uscisse vincente anche nella sconfitta"
La moglie del presidente Saverio Sticchi Damiani ci ha rilasciato una intervista esclusiva sui temi più caldi che riguardano il Lecce, La Serie A e la Nazionale
Tifa per la Nazionale?
La Nazionale oggi mi appassiona poco. Provo una certa “indifferenza”, una forma di intima protesta che durerà almeno fino a quando un giocatore del Lecce non verrà finalmente convocato.
I nostri che contributo avrebbero potuto dare?
Sono sicura che alcuni dei nostri avrebbero potuto dare qualcosa in più alla penosa Italia che abbiamo visto in questo Europeo. A mio parere siamo arrivati immeritatamente agli ottavi. Ci ha tenuto in vita la prodezza di Zaccagni. Un tiro della disperazione. Penso che fossimo tutti consapevoli che le nostre avversarie erano “più squadra” di noi.
C'è di più?
La verità è che si ha la sensazione che, a volte, in Nazionale, alcuni giocatori ci vadano malvolentieri e che le società di appartenenza, in certi momenti, vorrebbero fare a meno di mandarceli per preservarli per il campionato. Inoltre, molti allenatori “di club”, per quanto bravi, non rendono allo stesso modo, quando arrivano in Nazionale. Perché, magari, anche loro, hanno bisogno della quotidianità, del contatto costante con la squadra, solo in pochissimi hanno la capacità di guidare un gruppo che non vivono ogni giorno. Non basta sceglierli tra i migliori “del momento”, devono avere, secondo me, una vocazione specifica. Alla Pozzo, alla Bearzot.
Le convocazioni come le giudica?
Le motivazioni di certe chiamate, oggi, sono davvero poco comprensibili. Si ha sempre la sensazione che siano scelte che sottendono logiche ben più complesse, rispetto al puro merito. E i risultati si vedono in campo, purtroppo. Con tutto il massimo rispetto per le qualità calcistiche di Nicolò Fagioli, sinceramente, non mi è parso un buon esempio di meritocrazia, calarlo ex abrupto in Azzurro, direttamente dalla squalifica. Dopo il bastone, é arrivata subito la carota. In che modo, chi lo scelto, lo ha valutato meritevole? Quando ha avuto l’opportunità di visionarlo? In quali partite?
E a proposito delle ultime dichiarazioni del Presidente Gravina sull’eccessivo numero di stranieri nelle squadre Primavera, cosa pensa?
Non si può sostenere che la colpa del fallimento della Nazionale sia delle Primavere, piene di stranieri, senza, poi, analizzare che le Prime Squadre sono infarcite delle più varie nazionalità e che gli italiani si contano sulle dita di una mano. Oltretutto, si lamentano della nostra Primavera “Campione di esterofilia”, ma dimenticano di sottolineare che, in Prima Squadra, eravamo tra le poche con il maggior numero di italiani in rosa nella formazione tipo.
Soluzioni?
Se volessero veramente dare coerenza alle loro visioni, dovrebbero limitare il numero di stranieri anche nei tornei maggiori. Ma il cambiamento è di facciata, come sempre, e si finisce per penalizzare solo le piccole squadre. Manca il coraggio, o, piuttosto, sarebbe meglio dire che gli interessi in ballo sono troppi.