Baschirotto: "Nel calcio la tecnica non basta. Scaricavo maiali? Mi è stato d'aiuto"
Il difensore del Lecce al magazine Men's Health: "Nessuno credeva in me. Ora sono in Serie A. Perchè? Forse sono intervenute delle forze esterne"
Perché lo fai? Per mantenere un fisico da copertina?
Le foto e i complimenti fanno piacere, ma non sono così importanti. La verità è che io vengo dal basso, non ho il talento di altri calciatori e non posso sottovalutare niente: volevo arrivare in alto e per farlo ho dovuto lavorare più degli altri.
Ora continuo perché il fisico va curato sempre, per durare di più e per prevenire gli infortuni. E anche perché, in fondo, questo è diventato il mio stile di vita.
Giovane, sempre sotto i riflettori, senza problemi economici. Quanto ti costa alzarti così presto ogni mattina?
Qualche volta è davvero difficile, la tentazione di girarsi dall’altra parte e dire “Oggi no” ogni tanto mi viene.
Ma mi sono dato un motto: “L’allenamento migliore è quello fatto quando non ne hai voglia”. Così mi alzo e vado in palestra.
Lavori da solo o hai qualcuno che ti segue in questo tuo workout personale?
Vado in palestra da così tanti anni che sono diventato il preparatore atletico di me stesso. So che cosa mi serve fare e lo faccio.
Oggi il calcio è diventato una scienza. Non hai mai trovato qualche allenatore che ti ha detto che esageri? Che tutti questi muscoli non servono per giocare a pallone?
In passato è successo, quando giocavo nelle serie minori. Ora no: il calcio è molto più fisico: ci si allena con il GPS per capire quanto si sprinta, quanti chilometri si fanno.
Forse è una cosa brutta da dire, ma la tecnica da sola non basta più. Oggi per giocare bisogna essere atleti e avere la tecnica. Quindi i muscoli servono, chi più chi meno ce li hanno tutti.