L'ultima volta che il Lecce ci ha provato
Correva l'anno 2005-2006. Tre allenatori, Luca Saudati, calciopoli. Successe tutto in quella stagione
Il campionato, che disgrazia!
Venti giorni dopo la disfatta, cominciava la sfida. Cominciava il terzo campionato di fila in A. Voglia di salvezza sugli spalti? Tanta. Voglia di salvezza in campo? Da rivedere.
Intanto la gara contro il Monza era passata in sordina. Si diceva che i carichi di lavoro avevano impedito alla squadra di giocare in scioltezza. Sarà! Lucarelli e Palladino però non sono d'accordo con questa analisi, non erano esattamente i carichi di lavoro, era che proprio la squadra in campo non c'era. Era scarica. Fisicamente e mentalmente. Finisce 2-1 e i giallorossi timbrano il cartellino ancora una volta con un rigore:
Dopo appena un minuto l'ottimo Polenghi (esordiente in serie A) sfiora l'1-1 dopo un liscio di Vargas. Al 37' è lo stesso giocatore cileno a spingere Diamoutene in area livornese: per l'arbitro Rocchi è rigore, dal dischetto Pinardi trasforma con freddezza.
Questo racconteranno le cronache.
In città serpeggia la preoccupazione. Giornali e media predicano la calma. Intanto la sosta per la Nazionale sembra una benedizione. Il Lecce si mette sotto. Nel frattempo è arrivato Gennaro Delvecchio dalla Sampdoria, il suo sarà un apporto importante ma non sufficiente.
Gregucci a testa bassa prepara la gara contro l'Ascoli che si giocherà al Via del Mare. L'adrenalina sale ma non per tutti. Gregucci si presenta con Cassetti mezz'ala destra e con Delvecchio buttato subito nella mischia. Del 4-3-3 di Zeman resta poco. La partita finirà senza sussulti, 0-0. L'unica emozione la regala la terna arbitrale:
Tosto ferma da dietro Cozzolino lanciato a rete; l'arbitro Romeo estrae il giallo ma, su segnalazione del Quarto Uomo Ayroldi, ritorna sulla propria decisione ed espelle l'ex salernitano. Non era mai successo che il Quarto Ufficiale intervenisse nel merito di una decisione dell'arbitro.
Una specie di VAR casereccio.
Fischi alla fine della partita. Tifosi increduli. Ma il campionato non si ferma, ora c'è l'Inter. Sei giorni dopo i giallorossi si presentano a San Siro con l'abito delle cerimonie. Si gioca sotto i riflettori alle 20.30. Basterà per dare una svegliata a Ledesma e soci? Manco per idea. La squadra di Mancini vince facile facile, 3-0 e tutti a casa. Il Lecce è tramortito.
La settimana dopo perderà di nuovo in casa contro la Fiorentina di Pantaleo Corvino e Valeri Bojinov che siglerà pure il gol del 1-2. Tu quoque. Il Lecce era andato in vantaggio, ma sempre su rigore. Questo leit motive che accompagnava Gregucci sin dalla partita contro il Monza e che sembrava pure l'unico modo per superare il portiere avversario. Lo specialista? Pinardi.
Dopo quella partita Angelo Gregucci si presentò nella trasmissione di Telerama, Piazza Giallorossa. Mise la faccia, nonostante i risultati modesti. Una mail arrivò alla redazione e fu letta:
Mister, lei si è presentato in sala stampa per la prima volta dicendo che avrebbe migliorato la fase difensiva di Zeman mantenendo la fase offensiva ma in 4 partite ha subito 8 reti e ne ha realizzate 2 su rigore.
Lui rispose sconsolato annuendo. Ammise che quello che aveva creato era uno scempio. Un maledetto scempio. Perché ricordo ogni singola parola di quella mail? Perchè la mandai io.