Sticchi Damiani: "10 anni di Lecce storia bella ma non solo di calcio. Sul futuro vi dico..."

Il numero uno giallorosso, ospite della rubrica Goal Economy su Radio RDS Serie A, ha parlato degli inizi da presidente, di strutture, tifoseria e visione futura
La gestione della squadra in tre serie differenti
Negli anni di Serie C e Serie B il bilancio è stato sempre in perdita per noi. Quindi siamo andati avanti con la forza dei soci che alla fine di ogni stagione hanno ripianato. Ad un certo punto l'impegno è stato particolarmente pesante, anche perché ad un certo punto ero diventato socio di maggioranza.
In Serie A diventa una vera e propria azienda, dove cominciano ad esserci dei ricavi, ma che non devono ingannare perché per mantenere un club in equilibrio devi avere un'organizzazione capillare. Da lì investimenti importanti soprattutto nell'ultimo ciclo, quello che è partito dall'ultima Serie A.
Investimenti importanti sul settore giovanile, sulle strutture, i nostri giovani della nostra Primavera sono diventati Campioni d'Italia ed oggi, molti di loro, trovano ingresso in prima squadra. E quando qualcuno fa particolarmente bene siamo riusciti anche a realizzare delle plusvalenze importanti che ci hanno consentito di affrontare questi anni in assoluto equilibrio economico.

Quanto è difficile spiegare le plusvalenze ai tifosi?
Non è semplice spiegarlo alla piazza, anche se la piazza ed il Salento tutto ha una tradizione di cultura, un po' fuori dal comune. Lecce è una città universitaria, una città colta, che esprime delle professioni di grande livello. E' chiaro che sono messaggi non semplici da dare al tifoso ma il tifoso intelligente ha recepito.
E' vero, forse quest'anno chiuderemo per la prima volta nella storia del club un bilancio con dei ricavi superiori a 100 milioni grazie alle plusvalenze. E significa che l'US Lecce si attesta tra una delle aziende più importanti del territorio, quindi siamo partiti 10 anni fa quasi per gioco, ed oggi mi trovo insieme ai miei soci a gestire una delle aziende più importanti del territorio.
A questo si devono accompagnare risultati sportivi. Facciamo di tutto perché ciò accada, perché in realtà, se proprio dovessimo immaginarci un benchmark giusto, i 100 milioni di ricavi per poter essere competitivi dovremmo raggiungerli senza le plusvalenze.
L'obiettivo a cui mi piacerebbe ambire è che i ricavi congrui, per una società come il Lecce, dovrebbero essere sì 100 milioni, ma senza plusvalenze. Quella può essere una cifra idonea per presentare anche un costo.
Perché un costo per fare una Serie A, senza rischiare quanto rischiamo noi, è avere ricavi per 100 e poter spendere altri 100, e non contare su plusvalenze che a mio avviso devono rappresentare un di più che ti permette di rafforzarti ancora meglio.
La corsa del Lecce è quella, migliorare quei ricavi che senza plusvalenze si aggirano intorno ai 60-65, con cui in Serie A puoi fare molto molto poco, perché i costi sono ben maggiori.