Serie A a 18 squadre? No grazie. La finta soluzione a un problema che non esiste
Ridurre il numero di partecipanti al massimo campionato rispetto alle 20 attuali non è la soluzione ai problemi del calcio italiano
L'esempio della Bundesliga
L'aumento della competitività nel passaggio da 20 a 18 squadre è un falso mito. Lo testimoniano i risultati degli altri campionati. Va detto innanzitutto che il calcio italiano, già con l'attuale formula, è estremamente competitivo, come testimoniano le ottime campagne europee dei club nostrani nelle ultime due stagioni. Ridurre il numero di squadre non eliminerebbe il “problema” delle squadre cuscinetto, che si staccano dalla lotta salvezza già con un bel pezzo di campionato ancora da giocare. La Bundesliga è uno dei campionati europei a 18 squadre, eppure nell'ultimo campionato il Darmstadt, ultimo in classifica, ha chiuso con 17 punti, mentre il Colonia penultimo è rimasto staccato ben sei punti dal terzultimo posto.
L'entusiasmante lotta salvezza
In Italia invece? A dirla tutta, se proprio si vuole ragionare in termini di attrattività, la lotta salvezza è stato probabilmente l'unico motivo utile a spingere la maggior parte degli italiani a restare incollati davanti alla tv nelle ultime giornate di campionato. Torna utile uno striscione esposto dai tifosi inglesi quando si trattò di protestare contro la creazione della Superlega, che recitava “We want our cold nights in Stoke”. Testualmente, vogliamo le nostre fredde notti a Stoke, il manifesto di chi si rifugia dal monopolio dei top club e trova la massima espressione della propria passione nel calcio di provincia.