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Nel clima surreale del Gewiss Stadium, il tecnico Marco Giampaolo ha disegnato il suo Lecce schierando un centrocampo fisico ed un attacco tecnico. Tra le sorprese di giornata infatti, ci sono state le titolarità di Kaba e Karlsson, con Rebic invece che era il favorito a sostituire lo squalificato Krstovic.

In una partita eroica da parte dei giallorossi, che sono riusciti a portare a casa un punto preziosissimo, allungando sulla zona rossa, andiamo a vedere brevemente come si sono comportati questi tre elementi.

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Rebić, tanta corsa e sacrificio

Interpreta il ruolo di punta in modo completamente diverso rispetto a Krstović, ma quella di ieri potrebbe essere stata la sua miglior prestazione da quando veste la maglia del Lecce. 

Cerca spesso la giocata di prima, anche a costo di qualche errore, tentando sponde per innescare i compagni larghi. È stato fondamentale nel gioco diretto della squadra, soprattutto quando si trattava di ripartire velocemente. Sono stati infatti 14 i duelli aerei in cui è stato coinvolto, vincendone la metà. 

Finalmente si è visto un Rebić combattivo, generoso, presente in ogni contrasto e che ha apportato alla squadra una nota di sana follia. Se quel tiro da centrocampo fosse entrato, sarebbe entrato negli annali del calcio salentino e non solo. Qualche imprecisione c’è stata, soprattutto nei passaggi e nei possessi persi, ben 21, ma considerata la scarsa continuità, è un aspetto comprensibile.

karlsson atalanta lecce

Karlsson, croce e delizia

Scelto da titolare per la quarta volta da quando è a Lecce, ha mostrato grande freddezza nel trasformare il rigore del momentaneo vantaggio. Tuttavia, ha poi commesso un'ingenuità che è costata il penalty del pareggio all’Atalanta. 

La sua prestazione complessiva è apparsa opaca: pochi palloni toccati, un solo dribbling tentato e scarso impatto offensivo. Del Karlsson annunciato all’arrivo, al momento, si è visto ancora troppo poco, ma servirà anche lui in questo finale di stagione.

Kaba, il ritorno del gigante

Prestazione solida e concreta in mezzo al campo. Come Pierret e Coulibaly, anche lui ha lottato con grande intensità in una gara molto fisica. Giampaolo gli ha dato fiducia, e lui ha risposto con un’ottima prova: 90% di passaggi completati (19 su 21) e tanto lavoro sporco, qualche pallone intercettato e tanti sporcati. 

Unico neo, nonostante la stazza, la difficoltà nei duelli aerei (uno vinto su cinque), dove avrebbe potuto offrire un apporto maggiore, soprattutto in occasione dei calci piazzati.

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