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E' stato più difficile far uscire il Lecce dal pantano della Serie C o centrare la promozione a sorpresa in Serie A?

Senza ombra di dubbio uscire dalla Serie C. Credo sia una delle imprese che ricordo, che mi ha formato, che mi ha maturato e che mi ha dato soddisfazione. 

Sicuramente la straordinaria stagione della Serie B, vincendo e ritornando in Serie A apre palcoscenici straordinari per tutti. Per la città e per la società che aveva fatto tantissimi sacrifici economici. 

Quello che mi ha legato a Lecce erano soprattutto gli occhi della gente che incontravo negli anni di Serie C. Vedevo gente che era sofferente. L'anima sofferente di chi non ce la faceva più a giocare delle partite che non erano presentabili. Erano troppi anni che soffriva in quel campionato.

Corvino

Sul rapporto con Corvino

Io con Corvino ho un rapporto di stima. Non ho discusso con Corvino. Sicuramente nelle decisioni il periodo del COVID mi ha destabilizzato tantissimo mentalmente e fisicamente. 

E quindi non ne sono uscito bene, però posso garantirti che è stato più per la paura di poter rovinare i tre anni, già segnati dalla retrocessione secondo me immeritata. 

Quindi anche la scelta era più per la paura di ripartire dalla Serie B e non poter dare quello che avevo dato, che per il rapporto con Corvino. Non ho nessun problema con Corvino, è stato anche mio direttore da calciatore.

Ci siamo dati a vicenda. Quello che ho creato, ho ricevuto ed ho dato alla piazza di Lecce ad oggi non lo ho ritrovato da nessuna altra parte. Sarò sempre tifoso del Lecce.

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