Conceiçao: "Settimana positiva, ma non significa che domani vinciamo". E poi cita Giampaolo

La conferenza stampa del tecnico rossonero
Gli errori di Conceiçao
Ho sbagliato come sbagliano tutti gli allenatori. Nei principi e di una dinamica di squadra ho le mie caratteristiche personali, quello che faccio lo faccio pensando al meglio. In questo percorso che ho avuto ci sono state più soddisfazioni che cose negative. Fuori dal gioco io e il mio staff abbiamo le nostre dinamiche, sono dinamiche dove il rispetto tra loro, tra lo staff tecnico e loro, tra loro e chi lavora qua è importante.
Sono cose che dico anche ai miei figli. Come campo dico che è stata la prima settimana di lavoro sul campo che ho avuto a disposizione. Io provo a sbagliare il meno possibile. Un'esperienza così, anche nei momenti difficili, ti fa crescere
Come viene vista la crisi dall'interno
Cerchiamo di essere molto concentrati sul lavoro. Zlatan e Moncada sono tutti i giorni qua per fare il meglio per la squadra. Dobbiamo concentrarci su quello che possiamo controllare, fuori sono liberi di giudicare.
Qualcuno è stato anche il mio allenatore... Sacchi due mesi fa ha detto che ero un signor allenatore, oggi mi spacca tutti i giorni. Lui ha avuto grandissimi campioni ed ha vinto, gli ho anche mandato un messaggio e non mi ha risposto. Viviamo del momento, c'è grande rispetto, le persone possono dire quello che vogliono.
Theo, Leao e Maignan
Ci sono due cose. L'allenatore con i giocatori e Sergio Conceiçao con Leao, Theo e Maignan. La persona è una cosa, l'allenatore è un'altra. L'ha detto anche un grandissimo come Ancelotti. Come persone sono grandissime persone, come professionisti hanno alti e bassi come tutti. Sono giocatori che hanno dimostrato che qua al Milan possono fare la differenza perché hanno una qualità enorme.

La crisi dopo Zagabria
A Zagabria abbiamo preso un gol che succede poche volte, poi c'è stata l'espulsione di Musah e abbiamo anche pareggiato. La base di cui parlavo era l'ambizione che ci portava direttamente agli ottavi di finale. Parlare dopo una sconfitta... Io sono appassionato, vivo le cose in questo modo.
Anche se vinco non ho un sorriso pieno, la vivo così tutti i giorni. Sono fatto così, è il mio carattere. Ho 50 anni, è difficile che cambierò. Neanche quando giocavo con i miei figli ero tranquillo, figuriamoci ora nel mio sogno professionale che è stare qua al Milan. È il mio modo di vivere le cose come allenatore. Questa base è avere questo atteggiamento e voglia di migliorare. La vedo? Sì, è chiaro. Altrimenti che ci stavo a fare qua.
È difficile spiegare. Contro la Lazio i primi 15 minuti sono stati bruttissimi, ma non era stanchezza. L'ambiente era difficile per i giocatori. Devo stare con la mia squadra, con i miei giocatori e dargli gioia e piacere in un momento difficile. Come uomini e come persone a volte guadagniamo qualcosa in più se pensiamo alle cose positive