Il Dovbyk del Lecce: sarà lui il rinforzo per Gennaio?
Confronto tra due bomber dell'est Europa: Nikola Krstovic e Artem Dovbyk
I dati delle loro heat map
I loro punti di forza risiedono nei movimenti senza palla, nella capacità di lavorare spalle alla porta per far salire la squadra, e nell'attacco della profondità. Come evidenziato dalle loro heat map, entrambi gli attaccanti si abbassano fino alla propria metà campo in fase di non possesso, per poi offrire supporto per eventuali ripartenze. Lavorano anche sulle fasce per aiutare la squadra a costruire il gioco con lanci lunghi.
Mentre Krstovic è principalmente cercato al centro o con lanci sulla fascia destra, Artem Dovbyk, grazie alla sua maggiore dinamicità, predilige un gioco più variegato, alternando momenti di centralità per concludere a rete a fasi di allargamento sulle fasce, per permettere ai compagni di inserirsi in area. Non è un caso che il suo rapporto assist-gol sia pari a 1:4, con un dato significativo anche sui passaggi brevi completati in area offensiva, che si attesta intorno all'80%. Un dato su cui Krstovic risulta meno preciso: solo il 67% dei suoi passaggi brevi riescono nella trequarti offensiva, con numerosi errori su appoggi relativamente semplici.
Le ragioni di questa differenza tra i due attaccanti sono facilmente comprensibili. L'età e l'esperienza, prima di tutto, giocano un ruolo fondamentale. Dovbyk, con tre anni in più rispetto a Krstovic, ha avuto l'opportunità di confrontarsi con realtà calcistiche più competitive, tra cui la Champions League e l'Europa League, acquisendo una maggiore consapevolezza delle proprie qualità e una più solida capacità di prendere la decisione giusta nel momento opportuno.
Krstovic, invece, sembra peccare in questo fondamentale, non per mancanza di abilità, ma per una certa testardaggine nell'insistere sulla soluzione individuale, piuttosto che affidarsi al compagno di squadra. Questo è evidente anche nell'elevato numero di tiri tentati verso la porta avversaria - ben 61, di cui 18 nello specchio - segno di come l'attaccante montenegrino tenda a cercare la soluzione personale con un pizzico di egoismo.
Un altro aspetto in cui Krstovic deve migliorare è la battuta dei calci di rigore, una vera e propria debolezza per il montenegrino, mentre per Dovbyk rappresenta una delle sue qualità distintive, dimostrando una freddezza e una razionalità che gli permettono di affrontare queste situazioni con maggiore efficacia. Un aspetto su cui anche mister Giampaolo si è espresso nella conferenza stampa di vigilia a Lecce-Lazio, alludendo ad una certo egoismo che va lasciato da parte quando non si è totalmente sicuri di calciare il tiro dagli 11 metri.
Proprio su questo aspetto, Krstovic ha bisogno di lavorare, cercando di essere il più utile possibile alla squadra, sia dal punto di vista del gioco che della finalizzazione. In questo percorso di crescita, potrebbe guardare a Dovbyk come un faro da seguire, prendendo esempio da un attaccante che, per caratteristiche fisiche, tecniche e statistiche, sembra aver fatto il salto di qualità che lui stesso ambisce a compiere.
Concludendo, Dovbyk e Krstovic rappresentano due facce della stessa medaglia: bomber potenti e completi, ma con margini di miglioramento. Se Krstovic riuscirà a migliorare in termini di precisione e visione di gioco, potrebbe diventare l'ennesima plusvalenza di Pantaleo Corvino, oltre ad un certo appeal anche per i medio-grandi club, magari emulando le gesta di Dovbyk.