Cosa cambia con Rebic in panchina e perché è giusto così
Il centravanti croato è stato scelto da Corvino nel ruolo di alternativa a Krstovic, dunque vederli insieme dovrebbe essere una necessità
Ultimamente si sta parlando molto della posizione in campo di Rebic all'interno dello scacchiere giallorosso e spesso lo si fa anche piuttosto animatamente. Tutte le idee però, assunte dagli opinionisti o dai tifosi rispetto a ciò, potrebbero essere sbagliate perché non tengono conto dello status del calciatore.
L'idea di Gotti di schierarlo dal primo minuto insieme a Krstovic ha influenzato un po' tutti e infatti si dà per scontato che debba giocare alle spalle del centravanti montenegrino in una posizione che varia da esterno sinistro a quella di trequartista.
Ma è davvero così?
Stando al mercato estivo, e all'idea di giocare con il 4-2-3-1 voluta dallo stesso allenatore friulano, il Lecce dovrebbe schierarsi con una sola punta, che si traduce con "un solo attaccante". Alle sue spalle ci vanno due esterni che possono fare una concreta fase difensiva e un trequartista che sia un centrocampista. Schierare un altro attaccante contemporaneamente a quello principale, anche se gioca alle spalle centralmente o a sinistra, cambia le intenzioni iniziali perché modifica il sistema di gioco di base.
Il concetto principale però è uno solo: questa squadra deve giocare con un solo attaccante e con tre trequartisti. E questo sia perché la squadra non può supportare due centravanti e sia perché Rebic, pur avendo avuto in passato le fattezze del trequartista/esterno, non ha più la possibilità di farlo con efficacia, un po' per età e un po' per acciacchi. Come succede a tutti i big, ad un certo devono “arretrare” per allungare la carriera, per trovare la modalità 🍃 risparmio energetico.