Di Carlo a PL Talk: "Lecce? Per la Roma è un test che sa di buccia di banana"

Le parole del giornalista di Radio Romanista in diretta su Twitch
Il suo pensiero sui tifosi del Lecce che chiedevano maggiori sforzi sul mercato
I tifosi hanno sempre ragione. Io sono sempre dalla parte dei tifosi. Detesto quando i tifosi si travestono da commercialisti o da imprenditori ma il tifoso ha tutto il diritto di sognare, ad ogni latitudine.
Perché il calcio è quello: emozione, sogno, ambizione. Nessun tifoso si deve accontentare di una dimensione perché è quella che vive. E' legittimo sognare in grande.
Su Corvino e la società
Insieme a Sabatini e Sartori parliamo dei 3 top dirigenti conoscitori di calcio. Quindi la capacità visiva, che non si studia in nessun libro, di riconoscere il ragazzo che ha talento e che ce la può fare.
Continua a tirar fuori giovani molto interessanti e quindi su Corvino non possiamo far altro che toglierci il cappello.
Conosco poco i dettagli della società, ma è un Lecce che fino a pochi anni fa vinceva il campionato Primavera e che continua ad esprimere un buon calcio.

Sulla squadra salentina
Tanti giocatori molto interessanti, senza dubbio. La mia perplessità è un po' sul tecnico. Se io avessi una squadra a cui non affidare nessun tipo di obiettivo di classifica, ma per il gusto di vederla, Giampaolo potrebbe essere quello a cui penso.
E' mancata un po' di concretezza durante la sua carriera, soprattutto quando devi prendere una squadra e portarla in acque più sicure. E' un Lecce che ho visto recentemente, l'ultima con il Milan, che alterna momenti in cui non si sente minimamente inferiore all'avversario anche se più blasonato, a momenti di blackout e situazioni tattiche che non dovrebbe perché il terreno è scivoloso lì dietro, ed ogni punticino può fare la differenza.
Sta diventando più operaio il Venezia di Di Francesco, che prima era più cicala ed ora è formica. Ora si prende anche il pareggio. Fatica a diventare formica il Lecce perché non lo è mai stato Giampaolo. Bellissima cicala, ma sappiamo che cantando a volte si preoccupano poco dell'inverno che arriva.