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Juarez, ex difensore del Lecce, è stato intervistato a Distinti Sud Est su Radio Orizzonti Activity. A fargli una sorpresa il suo capitano, “fratello e amico”, Alessandro Conticchio. Juarez ha dichiarato:

Ho un po’ di nostalgia di Lecce, spero di tornare presto lì. Mi dispiace tanto per questa sconfitta, ho visto i gol e i risultati. Mi dispiace, ma sappiamo che, come diceva il mio allenatore Vujadin Boskov, è meglio perdere una partita 6-0 che perdere sei partite 1-0. 

Non è facile per i giocatori che sono in campo perdere una partita per 6-0, ma sono cose che succedono. Spero che dopo questo la squadra riesca a uscire da questa brutta sconfitta.

Com’era Boskov da allenatore? L’hai avuto in Svizzera al Servette.

È arrivato quando era in età avanzata. Per me è stata una persona buonissima, anche come allenatore. Tutta la gente lo rispettava, i giocatori conoscevano la strada che già aveva fatto in Italia e le squadre che aveva allenato. Mi parlava sempre dei giocatori brasiliani con cui aveva lavorato. Lui aveva lavorato con Aldair alla Roma e Tonino Cerezo alla Sampdoria. 

Me ne parlava ogni giorno. Per me è stato un allenatore importante in Svizzera, abbiamo fatto un buon anno con lui. Grazie a lui ho imparato l’italiano e quando sono arrivato in Italia lo conoscevo già. Lo pratico ancora oggi, cerco di non perderlo. È una lingua bellissima che ho avuto il piacere di imparare.

Arrivi a Lecce nel 1999 dopo il gol in Champions in Servette-Sturm Graz del 25 agosto.

Quella è stata una giornata speciale perché era una partita importante. Io avevo già firmato il contratto con il Lecce e i miei compagni erano un po’ preoccupati in quella settimana. Anche se mi conoscevano da tanto tempo, temevano che non sarei stato abbastanza concentrato. 

Sarei andato il giorno dopo a Lecce. Qualche giorno prima della partita abbiamo fatto una riunione io, il capitano e altri giocatori più esperti del Servette. Ho detto loro che per me sarebbe stata la partita principale della vita, che avevo lavorato tanto per arrivare a quella gara. Quello che sarebbe successo il giorno dopo sarebbe stata una cosa del giorno dopo. 

Ho fatto gol, ma poi abbiamo preso due brutte reti. Fosse finita 1-0 col mio gol, sarebbe stata qualificazione ai gironi di Champions League. I miei compagni dopo la partita mi hanno salutato per il carattere che ho avuto 7-8 anni al Servette.

Come mai proprio Lecce poi?

Il contratto sarebbe scaduto a fine stagione. Avevo altre proposte in Svizzera, in Italia mi ha cercato solo il Lecce. C’era già David Sesa. 

È un amico e abbiamo giocato quasi sei anni insieme nel Servette. Poi lui è andato in B col Lecce e l’ha portato in serie A. Chi ha portato Sesa al Lecce ha portato anche me e Lima. Il direttore Corvino è andato a vedere qualche partita ed è piaciuto tutto quello che ha visto su di me.

Che ricordi dell’esperienza giallorossa? È stata la squadra italiana con cui hai giocato più a lungo

Per me è tra i ricordi più belli. Dopo il secondo anno ho avuto un infortunio e un’operazione chirurgica al ginocchio in Brasile. Quando sono tornato, ci è voluto troppo tempo per tornare in forma. Il primo anno a Lecce è stato per me bellissimo, quella squadra è stata formata quasi il primo anno. 

Cavasin ha montato una squadra nuova, ha cambiato tanti giocatori, erano rimasti in pochi dalla promozione. Noi volevamo tutti fare veramente un bel lavoro, farci notare e dare tutto per la squadra giallorossa. Abbiamo capito il calore dei tifosi giallorossi e abbiamo accompagnato loro con quel calore con cui facevano il tifo per noi. 

È stata l'esperienza più bella della mia vita. Dopo aver vinto loscudetto in Svizzera, penso di aver passato a Lecce gli anni più belli nel calcio, anche se ho giocato in una posizione non facile. Giocavamo a tre dietro, con Viali come libero e io e Savino come marcatori. Per me e Savino il gioco di Cavasin non era facile, dovevamo andare dietro agli attaccanti. Fisicamente per noi non era facile, ma siamo riusciti a fare un campionato bellissimo.

Qual è la partita che ricordi con più piacere? E quella che hai giocato meglio?

Penso sempre alla prima partita contro il Milan, in casa alVia del Mare, pieno di persone. Prima della partita c’era la pioggia, il campo era diventato pesante e per loro era più difficile. 

Abbiamo fatto 2-2 contro un grande Milan che giocava insieme da tempo. Ho vinto il premio di migliore in campo di Tele+ contro la Fiorentina di Batistuta e il Parma di Crespo e Veron. 

Anche la vittoria contro la Juve in casa per 2-0 con gol di Conticchio e Lima mi ha fatto molto piacere.

Tra le tue partite in carriera anche le sfide in maglia Udinese contro il Barcellona nei gironi di Champions.Forse le vette più alte.

Sì, sicuramente giocare in Champions League contro una squadra così... C’erano Ronaldinho, Deco, Eto’o, Xavi, Iniesta, Messi era piccolino…

Prima ancora l’under 20 col Brasile nel 1992-1993 con Vampeta e Dida…

Con Vampeta siamo ancora amici, vive a San Paolo anche lui e ci vediamo spesso. Dida è in Italia e non lo sento da un po’. Con quella squadra abbiamo vinto il campionato sudamericano e il mondiale under 20 in Australia.

Como, Siena e Bologna le altre esperienze in Italia.

Sono state tutte buone anche se in alcune parti non è andata come si pensava. È il calcio. Quella di Lecce fu la più bella.

Come mai finì?

Ero in scadenza di contratto, ero al terzo anno, non ho avuto la possibilità di rinnovare. Forse avevano altri progetti, il mio procuratore cercò di parlare, Delio Rossi contava su di me, ma non siamo arrivati a un accordo. Il Como poi mi cercò e sono andato lì.

Continua a leggere l'intervista di Juarez. Per lui una sorpresa in diretta: Alessandro Conticchio!

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