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Parla Trinchera

Dopo Sticchi Damiani, oggi è stato il turno di un altro dirigente giallorosso: Stefano Trinchera. Il direttore sportivo del Lecce ha parlato in una interessante intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno (a firma del collega Antonio Calò). Questo il suo punto di vista sul momento del Lecce.

Occorre la massima consapevolezza del tipo campionato che ci aspetta - dice il direttore sportivo Stefano Trinchera - Sappiamo che ci sarà da lottare strenuamente e da soffrire, inseguendo una storica terza salvezza consecutiva in massima serie. La nostra è la rosa più giovane del torneo. Tutti i calciatori arrivati nel mercato estivo, eccezion fatta per Ante Rebic e Lassana Coulibaly, non conoscevano la A e sono giunti da differenti contesti calcistici.

Sappiamo quindi di dovere lavorare tanto per crescere passo dopo passo, costantemente. È ciò che stiamo facendo, ma in questo percorso di maturazione vanno messe in conto anche alcune battute d'arresto o dei momenti di apparente involuzione. Nel primo scorcio dell'annata agonistica, sul piano del gioco d'assieme, le note positive evidenziate dal collettivo sono diverse. Allenamento dopo allenamento vanno incrementate.

Corvino Sticchi Damiani e Trinchera
Corvino, Sticchi Damiani e Trinchera

Prima Parma, poi il Milan: tutto in cinque minuti

A pesare è quanto accaduto con i ducali perché, quando si è in vantaggio per 2-0 al 92', è davvero difficile da digerire il fatto che il match termini per 2-2 a causa di alcune ingenuità pagate a carissimo prezzo - afferma Trinchera - Se avessimo incamerato il bottino pieno nella sfida con il Parma, saremmo a quota sette e la nostra classifica avrebbe contorni di gran lunga migliori. 

Ma non è certo il caso di abbattersi. Da oggi ci rimetteremo a lavorare, decisi a reagire alle avversità come abbiamo sempre fatto. Ai più sfugge che il Lecce è stato battuto solo da Atalanta, Inter e Milan, ovvero tre big con le quali ci sta di perdere. Non mi sembra sia un dettaglio di secondaria importanza.

La partita col Milan

Ribadisco che a nostro parere la punizione dalla quale è scaturito il gol era inesistente. Tutto ciò, però, non può costituire un alibi a quanto accaduto dopo perché siamo andati nel pallone per una manciata di minuti, compromettendo ogni possibilità di rimonta. 

Che si tratti di inesperienza o di ingenuità occorre imparare la lezione per evitare che si ripetano certe situazioni. I momenti di difficoltà vanno gestiti con raziocinio, magari con scaltrezza, limitando i danni. Al "Meazza" non è accaduto ed abbiamo vanificato quanto di buono avevamo fatto per gran parte del primo tempo, contro una formazione molto forte.

Calciatori come Andy Pelmard, Gaby, Jean e Filip Marchwinski: il punto 

Non parlo dei singoli. In questi anni abbiamo costruito i risultati positivi che abbiamo ottenuto puntando sul gruppo nel suo insieme. 

Mi limito a constatare che i calciatori che giungono in Italia per la prima volta hanno bisogno di tempo per integrarsi del tutto nei meccanismi del nostro calcio. Qualcuno ci mette meno, qualcuno di più, in base a molteplici variabili. Occorre pazienza. 

Chi come me segue gli allenamenti sa che ciascun ragazzo dà il massimo con la ferma volontà di essere d'aiuto alla squadra e di meritare spazio.

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