LCP contro la decisione della Poli Bortone: di cosa si tratta
Lecce città pubblica attacca il blocco del piano di incremento dei servizi di trasporto pubblico
La recente decisione della sindaca Poli Bortone di rinviare la sottoscrizione dei nuovi contratti con SGM per il trasporto pubblico e la sosta tariffata sta sollevando preoccupazioni significative riguardo al futuro della mobilità urbana a Lecce.
A porre l'accento sulla questione è Lecce Città Pubblica secondo cui questa scelta rischia di compromettere seriamente i progressi avviati durante la precedente consiliatura, ratificati con la delibera del consiglio comunale di marzo scorso.
Il Piano Economico Finanziario dell'SGM, approvato dopo il consenso dell'autorità di regolazione dei trasporti, prevedeva infatti l'utilizzo di 900.000 km aggiuntivi di servizi minimi ottenuti dalla regione Puglia. Questi servizi aggiuntivi sono cruciali per migliorare l'efficienza e la competitività della mobilità pubblica nella città. Il piano comprendeva l'aumento delle frequenze dei bus, la riduzione dei tempi di attesa, l'estensione dell'orario di esercizio dalle 6 alle 22 (fino alle 24 durante l'estate), e il controllo in tempo reale delle corse da parte degli utenti. Inoltre, erano previste 60 nuove assunzioni e la riattivazione dei minibus elettrici nella città storica.
Per finanziare questi nuovi investimenti, il piano prevedeva anche l'adeguamento delle tariffe della sosta, con un aumento del costo da 0,60 € a 1,00 € in alcune zone della città e l'eliminazione della gratuità pomeridiana. Queste misure non erano intese a generare profitti da distribuire al socio privato, ma a garantire un trasporto pubblico efficiente e sostenibile per tutti i cittadini, senza danneggiare il bilancio comunale.
Il rinvio del nuovo Piano Economico Finanziario potrebbe privare Lecce dei 900.000 km di servizi minimi regionali, che potrebbero essere riassegnati a un altro comune o provincia più tempestivo nel completare l'affidamento del nuovo servizio. Inoltre, il mancato investimento nel trasporto pubblico rischia di privare i cittadini, specialmente quelli più vulnerabili, di un diritto fondamentale e di un servizio essenziale per la qualità della vita urbana.
La decisione di bloccare la sottoscrizione del contratto davanti al notaio, basata su una lettera della sindaca appena insediata, è vista come un'interferenza politica che riporta la città a pratiche gestionali ormai considerate superate. Questa mossa ha sollevato critiche per il suo potenziale di ritardare le necessarie riforme del trasporto pubblico e il miglioramento della mobilità urbana.
Il Consiglio comunale sarà chiamato a esprimersi su questa questione, che rappresenta un vero e proprio ritorno al passato per la città di Lecce. Il Coordinamento LCP ha espresso forte preoccupazione per questa decisione, sottolineando l'urgenza di correggere le abitudini dannose e pericolose del passato.