Corvino a PGR: "Si vive questo percorso con troppe ansie"

Il responsabile dell'area tecnica salentina è stato ospite dell'odierna puntata di Piazza Giallorossa
Su come reagisce alle critiche
Questi 12 anni di critiche…io penso che per un responsabile dell'area tecnica, per un manager, per un management, le critiche ci devono essere perché ti aiutano.
Molte critiche, devo essere sincero, mi amareggiano. Parti sempre dal presupposto che solo chi non lavora non fa errori. Però poi quelle che ti amareggiano, perché ti amareggiano? Devono farlo se non hai raggiunto gli obiettivi di chi ti da fiducia, della società, perché noi responsabili abbiamo una doppia responsabilità.
I manager di un'azienda devono dar conto alla proprietà. Noi siamo manager del calcio, abbiamo una doppia responsabilità: verso chi ti da fiducia. Mi possono amareggiare, ma non mi amareggiano perché la nostra proprietà ci riconosce quello che è il nostro lavoro. L'altro giorno è uscito dal Cies, il centro più importante di dati e analisi svizzere che fa i conti di tutte le società europee. Il Lecce risulta la prima in Italia e la nona in tutta Europa.
Poi c'è l'altra responsabilità. Il tuo lavoro viene giudicato dai tifosi, dai media. Se penso che sono arrivato che c'era la Primavera in B e la Prima squadra in B, le abbiamo portate in A, 105 partite che siamo sempre salvi, è logico che certe critiche mi aiutano, certe altre mi amareggiano perché non tengono conto di quello che è stato fatto.
L'errore di Pantaleo Corvino in questa stagione
Li consideri errori quando finisci il campionato e non hai raggiunto l'obiettivo. Se oggi finisse il campionato dovrei dire “Siamo tre punti avanti, cosa mi posso rimproverare?”.
Quest'anno ci sono club che sono saliti dalla B come Venezia, Parma e Como che hanno speso milioni. Cosa ti devi rimproverare tu che cerchi di essere figlio di una proprietà…vorrei avere una proprietà con 100 milioni come quella del Como, ma condivido che una società che non può spendere come gli altri faccia una politica di sostenibilità per non indebitarsi.
Perché vuol dire porre le condizioni per la fine del calcio, tranne nel caso in cui non arrivi uno sceicco e non salva tutta la baracca. Questo pensate che possa succedere? Allora si cerca di fare quello che abbiamo detto prima.
Gli errori chi non li commette? Il più bravo è chi ne fa di meno. Il fatto di essere qui a 9 giornate…il calcio è fatto di episodi. Una cosa diventa errore perché condizionato da qualche episodio che non ha girato come doveva andare.
Sentirmi tutte quelle critiche che subisco, sì, a volte mi amareggiano. Parlo di me, ma parlo della mia società, del mio presidente, perché ho letto la sua intervista. E' stata molto criticata quando si riferisce al fuoco amico, riferendosi a chi sta facendo passare l'eccezionalità per normalità. Questa è la cosa che più ci amareggia.

Cosa sta mancando a questa squadra?
Il campionato di Serie A è difficile, complicato, fatto di momenti, di episodi, di situazioni che tu a volte non metti in preventivo, non pensi che con l'Udinese ti danno un rigore contro in quel modo, che contro il Milan stai vincendo 2 a 0 al 70' e prendi 3 gol.
I campionati sono figli di episodi, di momenti, per cui questa è la mia risposta. Il resto e tutto quello che stiamo facendo rientra in quello che può fare il Lecce. Credetemi, stiamo cercando di dare tutti il meglio, il massimo, poi c'è un campionato talmente difficile che anche i calciatori hanno i loro momenti di stanca, non possono andare sempre a mille.
Non si può addossare la colpa perché non stanno dando il massimo. Parlo in generale. Lo vediamo che ci sono squadre che fanno fatica a vincere come la Juventus, il Milan. Anche il Lecce ha i suoi momenti dove tutto non riesce. E' fisiologico tutto ciò.
Il poco minutaggio dei nuovi
Il primo cambio di allenatore è stato dopo trent'anni, quindi immaginate quanta sofferenza può avere uno che non è abituato a cambiare. A volte cambi perché vedi i tuoi tifosi che non hanno certezze, perché quando su 12 partite vedi che il tuo tifoso non sta vedendo un percorso, una strada chiara, e quello che vede il tifoso lo vedi anche tu, devi prendere delle decisioni.
Poi non c'erano neanche risultati. In questo caso, sono state fatte 17 partite raccogliendo 16 punti, con una differenza che nelle prime 12 partite non abbiamo avuto nessun infortunato. Giampaolo ha dovuto fare a meno di giocatori che sono stati molto tempo fuori. Abbiamo detto 17 partite e 16 punti, ma se togliamo queste quattro in cui non abbiamo fatto punti, la squadra viaggiava a più di un punto a partita.
Quindi l'allenatore, sapendo che c'erano giocatori che venivano da lunghi infortuni, e vedendo che con quelli che giocavano faceva risultato, magari si è fidato di più di quelli che lo portavano al risultato. Ma queste sono scelte dell'allenatore.
Noi abbiamo Gaspar che è venuto da un lungo infortunio, c'era Gaby Jean che stava facendo bene e con Baschirotto a destra, magari togliere Baschirotto per Gaspar…stiamo parlando di due giocatori importanti. Sono scelte che, quando uno è infortunato, è più difficile rischiare.