La storia e le caratteristiche di Pelmard: ecco perché può fare anche il terzino destro
Il calciatore ha sempre giocato da centrale nella sua carriera, ma Corvino lo ha scelto per fare il terzino destro: perché?
Sul piano mentale, Pelmard dimostra un discreto adattamento a nuovi contesti. Non ha una spiccata aggressività, ma ha la giusta dose di ambizione. Talvolta frenato da un coraggio non invidiabile e da un grado di concentrazione sinusoidalmente altalenante, gioca comunque con compostezza. Poco incline alle controversie, Andy è piuttosto fermo nelle sue decisioni e ha una spiccata determinazione. Per nulla eccentrico, non ricorre quasi mai a giocate sporche. Non emerge per leadership, ma sa fronteggiare i match importanti, sebbene alcune volte soffra la pressione. Altamente professionale, Pelmard ha un atteggiamento piuttosto sportivo e affronta con dedizione sia il lavoro di squadra, sia l’attività di allenamento individuale.
L’analisi delle sue caratteristiche tecniche, fisiche e mentali spiega molto di più di quanto non si possa scoprire ad una prima osservazione del calciatore. Ad esempio, palesa il motivo per cui Pelmard può essere ‘convertito’ in pianta stabile nel ruolo di terzino destro, il quale non è quello d’elezione ma potrebbe essere il punto di arrivo di un percorso ‘contrario’ a quello effettuato da Federico Baschirotto nella migrazione da esterno difensivo a marcatore centrale puro.
La principale caratteristica di Andy Pelmard, infatti, è quella della velocità (14/20). Sulla stessa lunghezza d’onda sono i parametri legati ad accelerazione, resistenza, integrità fisica e contrasti (tutte voci in capitolo molto importanti, soprattutto se si è un terzino). Determinatissimo, mette in mostra un intuito notevole sulla giocata. Piuttosto forte e agile sul piano fisico, ha un buon senso della posizione, una freddezza niente male, un controllo di palla positivo e una valida tecnica.
Si impegna, sa giocare di squadra e si produce in passaggi tutto sommato corretti, così come sa dire la sua sul gioco aereo (sebbene non sia un colpitore di testa d'eccellenza). Deve necessariamente migliorare nel suo equilibrio nei movimenti, nell’aggressività espressa, nel movimento senza palla, nelle conclusioni da lontano e, soprattutto, nei cross se vuole emergere nel ‘nuovo’ ruolo ritagliato per lui.
L’abilità attuale di Andy Pelmard secondo Football Manager 2024 è pari a 63/70, mentre quella potenziale può raggiungere un lusinghiero 70/100. Per opportuna comparazione, gli stessi valori riferiti a Valentin Gendrey sono rispettivamente di 65/100 e di 75/100. E’ interessante mettere in relazione i profili dei due calciatori transalpini per capire le armi a disposizione di mister Gotti nello schierare l’uno piuttosto che l’altro: ebbene, Valentin Gendrey è nettamente più forte del suo omologo sui cross, nel movimento senza palla, sulle rimesse lunghe, così come nell’aggressività e nella concentrazione dimostrate; Pelmard, invece, emerge sul collega per la capacità sulle palle alte, sulla fantasia nella giocata, sull’elevazione, sulla forza e sull’integrità fisica.
Al netto del raffronto, comunque, i due sono legati a doppio filo da una particolarità eccezionale, più unica che rara: sono al centro del primo caso della storia del Lecce in cui i giallorossi hanno nel proprio roster due terzini, entrambi francesi, entrambi originari della Guadalupe, entrambi provenienti dalla seconda serie francese al momento dell'arrivo ed entrambi nati nel 2000.
La risposta, quindi, alla domanda iniziale è: sì, Andy Pelmard può fare il terzino destro - anche se non lo è ‘di mestiere’ - tenendo conto anche della sua struttura fisica (non certo granitica come quella di un centrale difensivo ‘canonico’ all'altezza di una Serie A, anzi piuttosto ‘leggera’ e propria a sposare un utilizzo come difensore agile, snello e veloce come può essere un terzino). Di certo, l’osservazione continua degli addetti ai lavori dello staff giallorosso può aver fornito delle idee e degli spunti interessanti al riguardo. Qualora dovessero confermarsi delle piacevoli certezze, testimonieranno ancora una volta che il fiuto di un ‘vecchio lupo di mare’ come Pantaleo Corvino non si è affievolito per nulla.