Siviglia racconta: "Anche il mio Lecce era in difficoltà: ecco come ci siamo salvati"
Le parole dell'ex difensore giallorosso sul suo passato nel Salento e sul momento attuale del Lecce
Sebastiano Siviglia è stato un ex calciatore ed allenatore del Lecce e, soprattutto, ha fatto parte di una delle rose giallorosse che ha fatto la storia nella massima serie, conquistando la salvezza dopo un pessimo girone d’andata ed un incredibile girone di ritorno.
Ecco di seguito le sue parole rilasciate a La Gazzetta del Mezzogiorno riguardo al passato in giallorosso ed al momento che sta vivendo la compagine salentina:
La prossima partita con i toscani va assolutamente portata a casa. Ci sono gare che vanno vinte a tutti i costi e poco importa come. Quella con il Verona era una partita del genere. Ora tocca al match con l’Empoli. Del resto, la massima serie è “tosta”, guai a perdere contatto dal gruppone che lotta in coda.
Attualmente ci sono sette schieramenti racchiusi in una sola lunghezza ed occorre evitare che qualcuno scappi. Anzi, bisogna provare ad allungare e battendo la squadra diretta da D’Aversa, stante la concomitanza di diversi scontri diretti, i giallorossi lo farebbero.
Nel 2003/2004, il Lecce sembrava in B
La rosa era zeppa di giovani che in seguito sarebbero diventati calciatori di spicco: Vucinic, Bojinov, Ledesma. Io ero uno dei più anziani. La permanenza fu merito dello staff tecnico e dei calciatori. Ma una parte significativa la ebbe la società.
Corvino rimase fermo sulla scelta di Rossi come trainer. Inoltre, seppe intervenire nel mercato di gennaio con pochi innesti mirati che si rivelarono preziosi, unitamente alla crescita del gruppo preesistente, con i ragazzi che acquisirono consapevolezza nei propri mezzi con il trascorrere delle giornate. A questo si aggiunga che il gruppo dirigente riuscì a farci lavorare con relativa tranquillità, anche se la “piazza” fibrillava perché i risultati non arrivavano.