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In A per rimanerci

L'anno successivo Baroni si gioca tutto. Questo sarà il suo quarto anno in Serie A dopo le precedenti tre esperienze in cui non ha ben figurato. Sa che questa può essere la volta buona. 

Falcone protegge la porta. C'è Umtiti in difesa e la "diga" Morten Hjulmand nella linea mediana. Ci sono i muscoli di Baschirotto. Davanti ci sono Strefezza e la coppia Ceesay-Colombo. Dopo una prima parte di campionato eccellente, la seconda di parte di stagione risulta essere difficilissima. Si arriva a contatto con la zona rossa, ma l'epilogo lo conosciamo tutti. 

Baroni abbraccia Falcone

E' ancora vivido nella mente di ogni tifoso giallorosso il gol di Colombo contro il Monza. In quei frangenti, una scena colpisce in particolar modo. Marco Baroni si inginocchia rivolgendo per un attimo lo sguardo al cielo. Sa di avercela fatta. Gli anni della C2. La primavera. Le brutte stagioni in Serie A e la lunga gavetta in Serie B. Questa volta in A ci è rimasto.

Ecco allora che ritorna alla mente la frase di Soriano. Dopo pene e pianti, è l'ora delle risate e dell'esaltazione.

Ma l'anno successivo, ovvero la stagione 2023/24 appena terminata, lascia i salentini e si accasa ai butei. Al Verona la stagione non parte benissimo e continua anche peggio. Nel girone d'andata colleziona solo 14 punti finendo in zona rossa. Nel mentre, il mercato di gennaio la squadra viene smantellata.

Una sciagura che preannuncia una retrocessione certa, ha pensato qualcuno. E se fosse arrivata la retrocessione non sarebbe nemmeno stata colpa sua. Invece, Baroni riesce nell'impresa di rendere una squadra data per morta, una squadra combattiva. Ne colleziona 24, di punti, nel girone di ritorno, salvandosi addirittura con una giornata d'anticipo. Marco Baroni l'ha fatto di nuovo. 

Ed ora, è cronaca recente l'interessamento di vari club. Baroni non è più l'allenatore delle prime Serie A. Ora è quello delle due salvezze miracolose con Lecce e Verona, e con la Lazio giocherà in Europa. Dai polverosi campi della provincia toscana, a quelli più ambiti d'Europa League.

Questa non è sicuramente la storia dell'allenatore più vincente di tutti e che forse non lo sarà mai, ma di un uomo segnato da un percorso anche fallimentare, collezionando sconfitte ed esoneri, prima di arrivare dov'è ora. 

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