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LUCA NARDI

Chiudiamo la nostra rassegna con Luca Nardi, ad oggi subito poco prima dei primi cento al mondo. La sua stagione si apre con uno dei risultati più clamorosi non solo per il tennista pesarese, ma dell’intera stagione ed anche degli ultimi anni: la vittoria su Djokovic al terzo turno di Indian Wells, dopo essere stato ripescato come lucky loser (letteralmente, “perdente fortunato”). 

Nardi, tuttavia, non alimenta il furore ricavato da questa impresa: perde al turno successivo contro Tommy Paul, ma entra per la prima volta nella top 100. A maggio raggiunge la posizione numero settanta del ranking; al debutto al Roland Garros e a Wimbledon perde al primo turno. La seconda parte della stagione è segnata da infortuni: già ad aprile aveva subito una brutta distorsione alla caviglia, poi è costretto al ritiro all’ATP 500 di Washington per un problema al gomito; infine, al Challenger di Olbia si ritira al primo turno per un nuovo problema alla caviglia. Nardi ha grandi margini di miglioramento: la vittoria clamorosa contro Djokovic, sicuramente in parte causata da una prestazione sottotono del serbo (che qualche giorno dopo ha annunciato la sua separazione da Goran Ivanisevic), non è giunta per caso, perché non giunge mai per caso battere il più forte tennista di sempre. Il pesarese ha bisogno di trovare continuità di risultati: la tecnica di base è buona, ma serve quello step in più per vederlo stabilmente almeno tra i primi trenta giocatori al mondo.

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