Il VAR Guida Bonacina ed investe il Lecce
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Mentre le due formazioni cercavano ognuna il suo “perchè” accade il delirio. Di onnipotenza
Il caos totale
Bisognerebbe spiegare a questi signori che le loro decisioni da protagonisti (e vogliamo dare per scontato la buona fede), i loro protocolli e la non uniformità di giudizio che riescono a proporre in ogni fine settimana, cozzano tremendamente soprattutto con il buon senso; nel caso specifico hanno ingiustamente infierito su una piccola società di provincia, del sud, solida, virtuosa, capitanata da gente per bene che fa sacrifici per mantenere standard elevati come la serie A, tra un milione di difficoltà. Questi intoccabili dovrebbero capire che un punto, una sconfitta, un rigore inventato, una partita deviata, possono avere un impatto talmente tanto negativo che la metà basterebbe.
La soluzione? E' semplice: smettere di ergersi a “star” indiscussi del calcio, ricominciare ad arbitrare ed anche a valutare dal VAR cercando di essere invisibili, di non nuocere, di sottrarsi a tutte le forme di protagonismo. Dovrebbero capire che la loro cerchia, o casta, non interessa al tifoso, il loro nome (internazionale o meno) non interessa al giornalista; i primi pregano ogni domenica, insieme alle proprietà, che l'arbitro non danneggi senza un buon motivo la loro squadra, i secondi che il direttore di gara e chi lo telecomanda dalla sala VAR non si facciano mai notare. Vorrebbe dire che stanno svolgendo egregiamente il compito per cui sono profumatamente pagati.
Testa alla Fiorentina
Venerdì prossimo il Lecce replica, stesso orario, a Firenze. Partita difficile come tutte quelle che si giocano in A, per un motivo o per l'altro. L'auspicio? Che i salentini dimentichino in fretta questo stop e tornino a “ringhiare” come sanno fare, che le squadre siano responsabili delle loro prestazioni e di conseguenza dei risultati che ottengono, senza dovere recriminare per episodi non dipendenti direttamente da loro e senza andare a sbattere se alla Guida si siede uno che non sa guidare.