Come gioca il Monza? Quello che c'è da sapere sulla squadra di Nesta
Scopriamo le caratteristiche e gli uomini chiave del prossimo avversario del Lecce, ovvero il Monza di Alessandro Nesta, analizzando la fase di possesso e non
Passata una settimana dalla nefasta trasferta romana, per il Lecce di mister Giampaolo è già pronta una di quelle gare che, nell’economia dell'intera stagione, risultano cruciali: domenica la Tana dei Lupi sarà lo scenario nel quale si affronteranno Lecce e Monza in quello che appare, già alla 16esima giornata, un piccolo, ma importante, match-point in zona salvezza; una di quelle gare che “mettono in palio 6 punti”.
Il Monza di Nesta
Il Monza si schiererà in campo con il consueto 3-4-2-1, una filosofia di gioco a cui mister Nesta sta dando continuità sia per via dei discreti risultati ottenuti nella passata stagione con la Reggiana e sia per l'ottimo lavoro svolto dal suo predecessore, Raffaele Palladino, nelle annate precedenti.
Fase di possesso
La fase più importante della manovra brianzola è sicuramente l’uscita dalla propria area di rigore dove i concetti chiave sono la costruzione dal basso e la ricerca della superiorità numerica. Il Monza, infatti, ha una media di circa 288 tocchi a partita nella propria trequarti difensiva -un dato molto simile a quello della Juve che raggiunge i 300- che sono frutto dell’interazione tra i tre difensori centrali ed i due mediani. L’obiettivo è quello di uscire, cercando il trequartista per indurre la squadra avversaria a rompere la linea difensiva, che viene penetrata dagli inserimenti degli esterni di centrocampo, tutti abili nella doppia fase. In questa uscita, che coinvolge i braccetti, Nesta chiede a questi di accompagnare l’azione ed attaccare l’area avversaria, come accaduto spesso nel primo tempo del match con l’Udinese.
Se, però, le linee di passaggio vengono chiuse da un pressing alto, o da una marcatura uomo su uomo, uno dei due mediani si abbassa in ampiezza, sulla linea dei difensori, andando a creare la superiorità numerica, che si concretizza con la costruzione di un rombo che coinvolge il trequartista, l’esterno ed il braccetto.
Una peculiarità è che questo movimento viene spesso effettuato dal centrale più tecnico, ossia Pessina o Bianco, e questo è un altro principio cardine di Nesta, secondo cui ogni pallone in fase di costruzione deve passare dal mediano più tecnico, mentre il secondo, ovvero il francese Bondo, ha il compito di accompagnare l'azione nella fase offensiva; mansione che gli esce così bene, vista anche la sua destrezza nel dribbling, tanto da generare circa 3 passaggi progressivi a partita, aiutando la squadra a salire subito, di 30 e più metri, verso la porta avversaria, creando delle situazioni da gol.