Lecce, harakiri in tre minuti
Due punti persi malamente e uno regalato a una diretta concorrente per la salvezza, con il Milan da affrontare a San Siro in campionato
Stavolta la beffa ha un nome e un cognome per noi.
Il Lecce affronta il Parma, una squadra veloce, tecnica e ordinata, con una fase offensiva ben strutturata, ma difensivamente vulnerabile.
Il Lecce interpreta la partita come dovrebbe, chiudendo bene e ripartendo con grande pericolosità, anche se la prestazione complessiva non è priva di sbavature, ben celate dalle parate di Falcone. Del resto, siamo in Serie A e il livello delle squadre è alto. I giallorossi chiudono comunque il primo tempo in vantaggio grazie a un gol di Dorgu su assist di Ramadani.
Secondo tempo choc
All’inizio del secondo tempo, l'arbitro Guida decide di diventare protagonista, estraendo cartellini rossi e gialli a suo piacimento, in particolare ai danni di Guilbert e successivamente di Cancellieri. Di fatto, rovina la partita mentre il VAR resta inattivo. Nonostante tutto, Krstovic segna su punizione il gol del 2-0, portando il Lecce sul doppio vantaggio mentre a ristabilire la parità numerica ci aveva già pensato il direttore di gara.
A questo punto iniziano le sostituzioni ma, a essere onesti, nessuna ci ha convinto. Tolti prima Coulibaly e poi Ramadani, la squadra ha cominciato a indietreggiare pericolosamente. Banda è entrato al posto di Morente, ma dopo due scatti l'africano si è praticamente fermato; Dorgu, spostato a sinistra al posto di Gallo, ha sofferto enormemente, anche perché Banda non lo supportava. Questi cambi sono stati incomprensibili: se Gallo, coadiuvato da Morente, già faticava su quella fascia, figurarsi Dorgu, che non eccelle in fase difensiva, con un Banda stremato dopo quindici minuti.
La sostituzione di Ramadani (pur ammonito) con Rafia è apparsa priva di logica, e ha permesso al Parma di avanzare ulteriormente. Se poi aggiungiamo che Krstovic, per egoismo o masochismo, ha sbagliato scelte decisive davanti al portiere avversario, con errori sanguinosi, la frittata è fatta, servita su un vassoio d'argento agli uomini di Pecchia. Il montenegrino deve capire al più presto che questo è uno sport di squadra: se il compagno, meglio piazzato, segna su suo assist, anche le sue prestazioni migliorano, soprattutto a livello mentale.