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La squadra costruita in estate da Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera non è scarsa come in molti vogliono far credere (né lo è Gotti), certamente non è perfetta e manca qualcosa, ma non tanto da essere “ammazzata” dai suoi stessi tifosi. Le sconfitte non piacciono a nessuno e quando arrivano in serie gli umori sia degli interpreti che quelli di chi guarda non possono mai essere ottimi, però non bisogna essere catastrofici alla ottava/nona partita di campionato, né iniziare a rompere un giocattolo che ricordiamolo, mantiene le promesse e vince da diversi anni ormai, oltre ad essere diventato un modello economico/finanziario per molti altri club. Questi aspetti non dovrebbero essere mai dimenticati, pur analizzando sempre tutto ma bisognerebbe farlo in maniera costruttiva.

Ed ora?

Il Lecce torna alla vittoria ma non è ancora guarito; l'ansia registrata negli ultimi minuti col rischio di subire il gol del pareggio da una squadra in nove uomini va curata, la paura accettata e superata. Pian, piano, step by step e mettendo la squadra in campo con semplicità la si aiuterà a crescere; i calciatori se messi in campo nel loro ruolo trovano da soli automatismi e distanze, di conseguenza prestazioni. E se arrivano quest'ultime, al netto di partite più o meno fortunate, torneranno anche i gol. E' una questione di “normalità”. I tifosi ci sono sempre stati, la proprietà anche, squadra ed allenatore sono “connessi” con quello che dovrà essere l'obiettivo finale. 

Godiamoci questo campionato perchè sabato la partita contro il Bologna rappresenterà un'altra importante tappa di questo “momento” di torneo, un altro step che il Lecce dovrà sfruttare per continuare a crescere e magari mettere qualche altro punto in classifica.

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