Il Lecce vince nonostante l'ansia finale

Lecce, la sofferenza è garantita ma stavolta è valsa i tre punti in uno scontro diretto tra due squadre in crisi e con i rispettivi allenatori sulla graticola.

In realtà la “sofferenza” c'è stata soltanto negli ultimi minuti del secondo tempo perchè il Lecce è una squadra ormai disabituata a vincere; onestamente, nell'arco della gara, i giallorossi avrebbero meritato ben altre soddisfazioni, considerato il palo, i gol annullati e le azioni pericolose non concretizzatesi davvero per pochissimo. Di contro non hanno subito nulla in fase difensiva, neanche quando gli scaligeri erano in parità numerica.
Gotti decide di rimettere in campo la formazione con il 4-3-3 che aveva ben risposto a Napoli e grazie ai rientri di Guilbert e Gallo ha potuto spostare Dorgu in avanti, ancora una volta sulla fascia destra per lasciare spazio a Banda su quella sinistra. 

Poi tutti gli altri della scorsa partita, da Rafia inserito come mezz'ala sulla linea dei centrocampisti a Coulibaly dall'altra parte, con Ramadani nel suo ruolo naturale. Rebic in panchina e Krstovic in campo. Ad onor del vero il Lecce, dopo cinque/dieci minuti impiegati a prendere le misure agli scaligeri, ha cominciato a martellare.

Un palo colpito da Gaspar, due reti annullate a Dorgu per fuorigioco e tante iniziative pericolose; atteggiamento sul terreno di gioco mirato a stroncare sul  nascere ogni iniziativa dell'avversario, missione compiuta ed infatti si ricorda un solo tiro parato da Falcone.

La vittoria era di fondamentale importanza per scalare la classifica, per riconquistare un po' di autostima; durante gli ultimi giorni è stata una cosa detta e ridetta, ma noi siamo convinti che al netto di alcuni errori di valutazione, poi riconosciuti da parte di Gotti, ed altri dei singoli, il Lecce sia una squadra che potrà giocarsela fino alla fine, o quanto meno fino a gennaio alla pari con le altre che lottano per non retrocedere, poi si vedrà se intervenire sul mercato e come.