Sconfitta immeritata, ma la squadra cresce sempre
La squadra di Giampaolo ha dimostrato di essere un ottimo gruppo ed un'ottima Rosa e di potersela giocare contro chiunque
Il Lecce con Gotti ha guadagnato la salvezza nello scorso anno ma ha perso cinque mesi in questa stagione. Magari non sotto il profilo dei risultati, o almeno non solo, sicuramente dal punto di vista della crescita e delle prestazioni, sono queste che danno autostima, carattere e t'invogliano a fare sempre meglio. I risultati spesso ne sono la diretta conseguenza. Sorridiamo quando leggiamo commenti del tipo: “preferisco giocare male e vincere” come se giocando male fosse matematico prendere i tre punti. Invece no, è giocando bene che statisticamente i punti arrivano, giocando male te ne può andare bene una (come a Venezia) ma poi se non cambi registro le altre le perdi tutte.
Siamo qui a commentare una sconfitta, onestamente mai tanto immeritata, ma lo sappiamo tutti, il calcio va così. Per chiarezza, ci troviamo ancora una volta a dover distinguere il risultato dalla prestazione: ebbene la rabbia per aver perso ingiustamente non deve ottenebrare la mente dei calciatori né quella dei tifosi, perchè contro la Lazio dell'ex Baroni si è vista una prestazione all'altezza, un processo di crescita che si nota partita dopo partita, un'identità che prescinde dagli interpreti e che ti consente di affrontare gli avversari anche in inferiorità numerica senza che nessuno se ne accorga.
Il Lecce ha perso ed è in emergenza ma siamo sicuri che questa “performance” di alto livello mantenga il gruppo consapevole di poter affrontare chiunque ed a testa alta. La prossima sarà uno scontro diretto contro una neopromossa miliardaria, il Como, che nei prossimi anni avrà ambizioni di vertice; il Lecce potrà affrontarla guardandola negli occhi, senza paura e stavolta avrà le sue certezze da mettere in campo, quelle convinzioni di Giampaolo che ormai sono entrate nel DNA del gruppo e possono soltanto ottimizzarsi.