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Il Lecce perde in casa contro la Lazio per 1-2 ma raramente abbiamo visto i giallorossi, in stagione, tenere il campo con questa maestria, farlo anche in inferiorità numerica per oltre un tempo e rimontare temporaneamente lo svantaggio. 

Non solo. 

Una squadra che deve fare a meno di infortunati (titolari), con la difesa in totale emergenza e numericamente in affanno anche sulle fasce, riesce a mantenere la parità giocando a calcio contro una forte Lazio, finora la sorpresa del campionato, e subisce il gol della sconfitta a due minuti dalla fine.

Non solo.

Dopo essere andata sotto avrebbe meritato il pareggio se ad un minuto dal termine del recupero prima Kaba (traversa piena) poi Pierotti (a lato con la porta spalancata) ed infine il solito Morente (siluro di poco oltre la traversa) non fossero stati così sfortunati.

Non solo.

Al cospetto di una signora squadra, Giampaolo ha dimostrato che si può giocare a calcio anche con tante “riserve” in campo senza perdere la propria identità. Sono gli allenamenti, si vocifera che siano davvero intensi e divertenti, le idee che il tecnico sta trasmettendo alla squadra, i codici di gioco e la fase difensiva fatta spesso correndo in avanti e con intensità che fanno la differenza. 

Al di là del risultato è proprio l'impostazione che dà l'allenatore agli uomini che trasforma un Tete Morente abulico in un ottimo giocatore, che trasforma Coulibaly in un centrocampista pazzesco, che vede arare la fascia destra a Santiago Pierotti, onnipresente e fa conoscere a tutti un Berisha ottimo sia da regista che da mezz'ala. Sono le posizioni in campo, i ruoli da ricoprire e le mansioni da svolgere che fanno diventare un calciatore in crisi d'identità in un atleta su cui fare affidamento.

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