Il racconto di Chevanton: "Sono stato a un passo dal farla finita. Oggi è diverso"
Intervistato a La Gazzetta dello Sport, l'ex bomber giallorosso ha affrontato un tema delicato
Com'è cambiato nel tempo
Dopo la morte di mio padre ho capito che la vita è un attimo e non serve arrabbiarsi. Un tempo, in certe giornate no, andavo al supermercato solo per litigare, adesso cerco di pensare prima: non voglio problemi, evito la collera.
Resto sanguigno, è la mia natura, ma non farei mai a botte. Questa serenità nasce dal non dover dar conto a nessuno: faccio ciò che mi va, che sia stare nell’orto o andare in palestra.
Il bomber racconta di quando si è “spenta la luce”
Sei mesi dopo aver smesso di giocare, torno a casa e poi… il buio. Piangevo senza sapere perché, volevo solo dormire. Se andavo fuori, sentivo una fitta al petto. Facevo due gradini e dovevo tornare dentro.
Le pillole, poi, finivano solo per stordirmi. Nessuno può capire la depressione se non l’ha conosciuta. Avevo bisogno di affetto e chi mi stava vicino non me l’ha dato. Finché una sera sono stato a un passo dal farla finita, per fortuna non è successo.
Come ne è uscito
Facendosi aiutare da specialisti, psicologi, psichiatri. Condividendo la tua esperienza con chi ha lo stesso problema: la depressione tra gli ex calciatori è molto più comune di quanto si pensi.
C'è una forza che ti tira su quando stai affondando. Serve tempo e aiuto, ma tutti possono salvarsi.