Delle Monache: "Ecco dove mi vedo tra cinque anni"

Il giovane giocatore della Primavera giallorossa ha parlato di famiglia, esperienze passate e desideri futuri nel podcast targato Lecce Program
Il racconto dell'esordio
Il mio esordio è stato un po' complicato. Mi chiamò la prima squadra per la partita di Coppa Italia. C'era ancora il Covid, quindi andai a fare il tampone ed uscì positivo. Non ci credevo, mi chiedevo come fosse possibile. Allora tornai a casa e dissi a mio nonno di fare un tampone rapido al volo alla farmacia.
Lo facciamo ed uscì negativo. Allora chiamammo il Pescara chiedendo di rifare il tampone, ma dissero che per protocollo non sarei potuto andare. Ad un certo punto in un'altra giornata ci chiamarono e ci dissero “Vai a fare il tampone, se è negativo vieni subito qua in hotel”.
Torno in ospedale. Faccio il tampone. Esco negativo. Corro subito in hotel dove il Pescara era in ritiro e ho detto “Sono qua per far numero perché ci manca qualche giocatore, non entrerò mai”.
Poi invece durante la partita il mister, che era Auteri, disse “Fate riscaldare il ragazzino”. Mi chiamò e mi fece entrare. Esordire per la squadra della tua città credo sia l'emozione più bella della mia vita.

Sulla Primavera giallorossa
E' un gruppo molto forte. Ci sono tanti ragazzi strepitosi. Ci sono tante “Nazioni”. Francesi, rumeni, olandesi. Mi sono integrato molto bene e all'inizio mi sono legato agli italiani in squadra.
Io sono un ragazzo molto ambizioso, a cui piacciono le sfide. Tra cinque anni spero di vedermi nel massimo della categoria, speriamo con il Lecce.