Roberto D'Aversa a nudo: i sacrifici e il passato dietro al successo
In un'intervista per Cronache di Sporgliatoio, D'Aversa parla del suo legame con la famiglia, con tutte le rinunce ed i sacrifici che i suoi hanno dovuto fare
I rimpianti di D'Aversa
Parlando del suo atteggiamento nei confronti dei genitori, D'Aversa parla di alcuni episodi in cui avrebbe potuto incontrare i suoi genitori, ma per lavoro ha scelto altro:
Non mi perdono quando lo scorso anno, dopo la partita a Frosinone, non sono andato da loro a Pescara. Avevamo pareggiato, era un periodo complicato per il mio Lecce.
I miei collaboratori me lo ripetevano: ‘Vai dai tuoi, vai a trovarli’. Ma alla fine ho scelto di tornare a Lecce.
In quel periodo così difficile sono andato soltanto due volte da loro. E se ci ripenso, mi vergogno.Quando guardo quella situazione dall’esterno, credo che mia madre sappia quanto bene io le voglia. E questo mi fa vergognare ancora di più per il mio comportamento, per i sacrifici che hanno fatto.
Sono sicuro che loro siano orgogliosi di me: quando giocavo, non volevo che lei venisse allo stadio, ero preoccupato per gli insulti che avrebbe sentito.
Ma ho sempre cercato di dare qualcosa indietro e in cambio.
Il lavoro dell’allenatore è dominante. È una figura totalizzante. Che ti toglie il fiato.La mia attenzione è tutta lì, ho un difetto gigantesco: essere testardo.
Come quando non ho ascoltato le voci di chi mi suggeriva di andare da loro, a Pescara, che da Frosinone non era poi così lontana.