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Il Lecce di Marco Giampaolo affronta il match con un 4-2-3-1 fluido. Ramadani e Coulibaly agiscono da schermo davanti alla difesa, con il compito principale di evitare che il Venezia trovi l’uomo libero tra le linee, mentre Helgason in fase di possesso si alza per supportare la punta centrale, Nikola Krstovic. A completare il tridente offensivo troviamo Morente e Pierotti.

Il Venezia di Eusebio Di Francesco risponde con il consueto 3-5-2, rinunciando a sorpresa a Oristanio. La squadra lagunare cerca una costruzione dal basso ordinata, finalizzata a liberare l’uomo tra le linee o, in alternativa, ad attaccare la profondità con gli inserimenti dei centrocampisti e le accelerazioni di Yeboah.

Inizio sprint del Lecce: pubblico e intensità accendono i primi minuti

L’approccio iniziale del Lecce è estremamente positivo. Nei primi dieci minuti, la squadra salentina si dimostra aggressiva e ben organizzata nel pressing alto, rendendo difficile la costruzione avversaria. L’intensità messa in campo è notevole, spinta anche dal calore del pubblico numeroso del Via del Mare, che dà energia e coraggio ai ragazzi di Giampaolo.

Recuperi palla alti, compattezza tra i reparti e buona occupazione degli spazi portano il Lecce ad affacciarsi con insistenza nell’area avversaria, pur senza finalizzare.

Il Venezia cresce, Morente accende il Lecce

Con il passare dei minuti, il Venezia prende le misure e riesce ad abbassare i ritmi del Lecce, trovando più continuità nella propria manovra. 
Il Lecce, però, rimane vivo soprattutto grazie a Tete Morente, che si dimostra in grado di creare superiorità numerica. Diverse sue serpentine mandano in crisi la retroguardia ospite, anche se mancano concretezza e precisione nell’ultima scelta.

Per il Venezia, è Zerbin l’uomo più pericoloso, grazie alla sua capacità di strappo e di coprire metri palla al piede. Il primo tempo si chiude con poche occasioni nette, ma con un discreto equilibrio in campo.

Expected Goals (metrica che quantifica la probabilità che un tiro si traduca in goal su una scala compresa tra 0 e 1):

Lecce: 0.40
Venezia: 0.25

Ripresa dai due volti: autogoal di Gallo e pareggio su corner

Nel secondo tempo, il Lecce rimane virtualmente negli spogliatoi per i primi 20 minuti. La squadra appare scarica e disordinata, e al 50’ arriva il goal del vantaggio ospite: sugli sviluppi di una punizione laterale, Gallo tocca di stinco e batte involontariamente Falcone per l’autogol dello 0-1. 
Il contraccolpo psicologico è evidente: la squadra di Giampaolo fatica a reagire con ordine, commette diversi errori in fase di impostazione e perde campo.

Al 65’, però, arriva il pareggio. Da calcio d’angolo Baschirotto svetta su Candé e insacca di testa. Una marcatura troppo leggera da parte del difensore del Venezia permette al centrale salentino di firmare il primo gol stagionale in campionato messo a segno da un difensore del Lecce (i centrocampisti sono ancora a secco).

Da lì in poi i giallorossi riprendono fiducia. In una delle occasioni più pericolose, N’Dri colpisce un clamoroso palo interno, confermando il suo ottimo stato di forma: strappi, dribbling e voglia di spaccare il match, soprattutto in una partita in cui il Venezia lasciava spazi in campo aperto, grazie a delle marcature preventive non sempre attente.

La sensazione era che il Lecce potesse colpire da un momento all’altro ma la troppa imprecisione negli ultimi 25 metri non ha permesso ai salentini di portare a casa una vittoria che sarebbe stata di primaria importanza.

Expected Goals al 90’:
Lecce: 1.06
Venezia: 0.63

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