L'indimenticato e indimenticabile tecnico della prima promozione in Serie A del Lecce, Eugenio Fascetti, ha rilasciato una lunga intervista al Nuovo Quotidiano di Puglia dove ha parlato della squadra giallorossa e della lotta salvezza. “Io spero solo che il Lecce si salvi, delle altre non mi importa granché", esordisce l'ex tecnico dei salentini.
Cosa manca al Lecce?
In questa stagione ho visto diverse partite della mia vecchia squadra e mi sono fatto un’idea ben precisa. Ai ragazzi di Marco Giampaolo manca soprattutto la continuità di rendimento, anche nel corso della stessa partita.
Capita spesso di assistere a più partite diverse nell’arco dei novanta minuti di gioco e questo, a parer mio, nuoce soprattutto alla classifica. Bisognerebbe individuare una strada e percorrerla fino in fondo, senza cercare altre vie che, per ragioni diverse, non appartengono a questo gruppo di calciatori.
La partita contro il Milan
Quando ti rendi conto di non poter vincere allora devi pensare anche a trovare il modo di non perdere. In certe situazioni bisognerebbe essere più pratici e contro il Milan il Lecce non lo è stato.
Si può arrivare a fare risultato anche provando a non far giocare gli avversari perché, se ti metti sul loro stesso piano, quasi sempre finisci per prenderle. Credo di essere stato abbastanza chiaro.
Lotta salvezza
Dal Como e fino al Monza nessuno può sentirsi al sicuro. La qualità del Como? È vero, i lariani hanno probabilmente la proprietà più ricca della serie A e per questo motivo ha investito 100 milioni di euro per raggiungere la salvezza.
Su Corvino
Per una città come Lecce raggiungerla ogni volta significa compiere un miracolo sportivo. E in questo senso bisogna riconoscere i meriti di Pantaleo Corvino, uno dei più bravi direttori sportivi italiani.
Un club come quello salentino per restare ai vertici del calcio italiano avrà sempre bisogno di valorizzare dei giovani calciatori per poi rivenderli al miglior offerente. I soldi incassati sono linfa vitale per le casse e aiutano ad andare avanti.
