De Toma: "Corvino un visionario. In Primavera cerchiamo di creare senso di appartenenza"

L'intervista al club manager giallorosso disponibile sull'app ufficiale dell'Unione Sportiva Lecce
Il ruolo di De Toma
Io sono gli occhi del club, in questo caso del mio responsabile, il direttore Corvino. Io sono in prima linea per seguire la Primavera, ma lui è come se ci fosse. Sa tutto, lo aggiorno ogni mattina di tutto su come migliorare. Siamo in sintonia costante su quello che è il percorso.
L'obiettivo
La gestione di questi ragazzi deve portare poi a creare una mentalità “da Lecce”, che è una cosa difficile visiti i tanti ragazzi che vengono da campionati diversi, soprattutto stranieri.
Poi la crescita del singolo calciatore. Tutto il lavoro deve incentrarsi e concentrarsi in questo. Il rischio che si può correre con tutti questi ragazzi che prendiamo dall'estero, da campionati diversi, è quello di lavorare e giocare per sé. La cosa che cerchiamo di fare appena arrivano è lavorare sul senso di appartenenza, che per noi è fondamentale.
Noi lottiamo ogni giorno contro realtà più grandi, che spendono tanto per settori giovanili. Oltre che lavorare sul piano tecnico e sul perfezionamento del calciatore, ci teniamo alla mentalità, che deve essere da Unione Sportiva Lecce.
I ragazzi vengono da realtà diverse ma devono sposare in fretta tutto ciò che riguarda l'Unione Sportiva Lecce, perché devono capire fin da subito che si gioca per il Lecce, non per sé stessi, questa è la prima regola.
Tante volte vediamo ragazzi che arrivano e faticano ad avere continuità; la continuità la trovi con il senso di appartenenza. Quando tu cominci a lavorare in un contesto e ci stai giorno per giorno, quello ti porterà poi ad avere dei risultati.

Le problematiche di oggi
I ragazzi oggi hanno tante distrazioni, quindi è facile esaltarsi dopo una partita, ed è altrettanto facile deprimersi. Se posso fare un esempio di equilibrio totale di mentalità, che abbiamo avuto tempo fa nella Primavera, è stato Patrick Dorgu.
Un ragazzo che adesso conoscete tutti, ma parliamo di un ragazzo che non ha saltato mai un allenamento, una gara di Coppa Italia, una gara di Campionato.
Faceva gare di livello altissimo, non lo abbiamo mai sentito dire qualcosa fuori dalle righe, esaltarsi: io questo ragazzo lo porto come esempio, perché anche lui quando è arrivato, ha dovuto migliorare dei piccoli aspetti.