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Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, è intervenuto questa mattina in conferenza stampa assieme a Pantaleo Corvino e a Stefano Trinchera per parlare della sessione di mercato invernale appena volta al termine.

Sui conti del club e sulla trasparenza

C'è un gran parlare su quelli che sono i numeri del club, lo stato di salute, come vengono impiegate le risorse, abbiamo debiti, non abbiamo debiti, il presidente ci ha detto la verità o non ci ha detto la verità. Ritorniamo a focalizzare i punti essenziali. 

Partiamo da una certezza assoluta. Il modo in cui abbiamo gestito l'Unione Sportiva Lecce in questi anni ci ha consentito di poter essere trasparenti rispetto a qualsiasi domanda senza dover nascondere nulla anche se spesso vedo che c'è quest'idea secondo cui quando si da un messaggio ne viene celato un altro. Voglio essere chiaro su tutti i punti.

Parto dagli aspetti economici perché noto una sollecitazione da più parti, quindi per tutta quella parte di tifoseria interessata alla parte romantica e sportiva, la affronterò in coda. Siccome c'è un'esigenza di trasparenza affronto questa. Ma non perché la parte romantica, sportiva e passionale sia perduta. 

E' giusto dare spiegazioni concrete, partendo dall'ultima sessione di calciomercato che ci ha visto impegnati in una operazione straordinaria per quella che è il percorso di crescita del club, che è l'operazione della cessione di Dorgu. 

Ovviamente condita da una serie di operazioni in entrata fatte da Lecce, nel modo di operare del Lecce, ma partiamo da questa operazione che ha caratteri della straordinarietà, perché è la cessione più importante della cessione del Lecce di gran lunga. Viene in un momento storico in cui il club è particolarmente in salute. 

Voglio sgomberare subito il campo da chi ha voluto interpretare questa cessione come un'operazione di recupero di criticità pregresse che non ho mai negato che ci sono state negli anni del Covid, ma che vi ho detto che attraverso un piano di risanamento triennale abbiamo autonomamente risanato.

Le motivazioni dell'operazione Dorgu

Questa operazione è straordinaria, non prevista e che interviene in un club che è già in salute. Rispetto alla prima preoccupazione dei tifosi, che possono pensare che sia un'operazione fatta per colmare criticità del passato, vi dico che non ha queste caratteristiche. 

E' un'operazione che porta al club ricchezza sotto tutti i punti di vista, dando al club la possibilità di fare nuovi investimenti tecnici, strutturali e di consolidamento complessivo. Operazione che più di una volta, io ed il direttore dell'area tecnica, avevamo pubblicamente detto che non eravamo disponibili a fare nel mercato di gennaio. 

E' giusto affrontare questo tema perché in questi dieci anni di gestione mia e nei cinque anni di Pantaleo e Stefano, tutti i messaggi che abbiamo dato sono stati portati fino in fondo. Questa volta, rispetto all'idea che avevamo, è successa una cosa differente.

Quando è iniziato l'interesse del Manchester che si è manifestato in maniera ufficiale sia con noi che con i procuratori del ragazzo, sin da subito ha avuto da parte nostra, per iscritto e dal vivo, una risposta che è stata quella che ho ribadito: il club a gennaio non voleva nessuna cessione eccellente. Il 17 gennaio del 2025 noi scriviamo al Manchester che l'operazione di mercato a gennaio non era di nostro interesse. Non parliamo di cifre, ma perché la politica del club è questa.

Forse questa risposta così netta ha fatto immaginare al Manchester che questo giocatore fosse di particolare valore, ma noi abbiamo risposto senza strategia, volendo rimanere coerenti. Paradossalmente il Manchester anziché spegnersi o fermarsi, ha rilanciato soprattutto col giocatore e successivamente con noi.

Peraltro, nei suoi rilanci, per non scontentare il ragazzo che aveva la possibilità di andare al Manchester, abbiamo chiesto che questa operazione, utile per il club, potesse essere posticipata a luglio, in modo da garantire tutti gli interessi in gioco. In primo luogo per tenere fede ed essere coerenti a quanto da noi promesso, in secondo luogo per non far perdere ad un ragazzo di vent'anni un'opportunità così straordinaria e in terzo luogo un'occasione così straordinaria per il club. Però l'esigenza che poteva conciliare tutto era spostare a luglio questa operazione.

Dopo il primo “no” perentorio c'è stato un ritorno del Manchester, che oltre ad essere ancora più deciso nella trattativa ci ha comunicato questa volontà. Chiedendo di posticipare a luglio, ci siamo scontrati con la volontà del club del Manchester e del suo allenatore di prendere il ragazzo o adesso, oppure, messaggio dato a noi e purtroppo anche al ragazzo e al suo entourage, non si fa più. 

Questo out-out ha fatto saltare gli equilibri che c'erano. Abbiamo fatto un ragionamento insieme a Pantaleo ed a tutta la proprietà che a quel punto, di fronte a quell'offerta, impuntarsi, da elemento di coerenza diventava un impuntarsi stupido rischiando anche di fare un danno al club. Questo è il contesto che ci tenevo a spiegare.

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