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Per Gaspar, l’opportunità di Lecce può rivelarsi decisiva per il prosieguo della sua carriera, se non altro per dare il via alla sua definitiva affermazione. Quel che è certo è che, così come avvenuto anche per Pierret, Morente e Fruechtl, il difensore angolano approda nel Salento al termine della sua stagione migliore di sempre e, sostanzialmente, è in rampa di lancio verso il consolidamento concreto delle sue caratteristiche più rappresentative. 

Sa bene che dovrà crescere ancora ma, dalle sue parole espresse nella conferenza stampa di presentazione, emerge la sua piena comprensione di quello che dovrà fare, mostrare ma soprattutto dimostrare (anche a sé stesso): 

Non ho una posizione fissa in difesa, ma so adattarmi di partita in partita, anche in funzione dei compagni con cui gioco e dagli avversari che affronto. Nelle ultime partite con l’Estrella Amadora ho giocato sia a 3 che a 5, mentre con la nazionale ho sempre giocato a 4. Dipende dallo staff tecnico, di certo io mi adatto ad ogni situazione. Ciò che sono bravo a fare passa in secondo piano, perché bisogna principalmente pensare alla squadra. 

Ho caratteristiche ben precise e importanti nel mio ruolo, ma serve soprattutto concentrarsi sul lavoro collettivo. Come gruppo dobbiamo solamente pensare a lavorare. Non penso a partire necessariamente come un titolare: ciò che importa è farmi trovare pronto attraverso il lavoro, prepararmi a dovere per arrivare alla migliore forma fisica possibile

A Lecce, Gaspar può davvero proseguire nel processo di maturazione che può renderlo finalmente un grande. D’altronde, il suo apprezzamento per difensori del calibro di Thiago Silvia, Pepe e Sergio Ramos spinge già di suo l’asticella ancora più in alto. Ma se il limite si innalzerà progressivamente, potremo ritrovarci in casa una diga invalicabile in mezzo alla difesa.

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