Corini, i giovani, i vecchi, i leader. Ma il campo dice: "due-a-due"!
Abbiamo perso il conto dei pareggi per due-a-due ottenuti in questa stagione, eppure non è che sia un risultato normale da raggiungere. Quant'è diventato difficile vincere una partita per il Lecce? Alla luce dei fatti, molto, evidentemente.
Il doppio turno in casa, contro Ascoli e Brescia, offre diversi spunti e considerazioni, anche in antitesi tra loro.
Partiamo dall'inizio:
1) Non è l'anno giusto e quando deve “girare male” non c'è niente che riesca a fermare il vortice: pur giocando in modo insufficiente e con tutti i problemi che Corini ha, possiamo dire senza ombra di dubbio che i giallorossi avrebbero potuto pareggiare contro l'Ascoli (rigore sbagliato sul finire) e vincere contro il Brescia (gol del pareggio subito quando l'arbitro aveva praticamente il fischietto in bocca per sancire la fine dell'incontro). Quattro punti che invece diventano uno soltanto e tante recriminazioni.
2) Se non sbaglia la difesa, sbaglia Gabriel: il Lecce incassa due gol anche stavolta. Nonostante una partita sontuosa nella fase difensiva, in cui c'è stata applicazione da parte di tutti, la squadra subisce gol. Gabriel probabilmente arriva d'istinto sui diagonali e di meglio forse non può fare, oppure sta attraversando anche lui un momento di deconcentrazione. Ha la capacità, da un po' di tempo, di respingere tutti i tiri che gli arrivano dall'esterno verso il centro dell'area e più precisamente sui piedi degli attaccanti avversari. Se si mettesse d'impegno non riuscirebbe a farlo con così tanta precisione.
3) I senatori sono stanchi o c'è dell'altro? Corini riprova la stessa formazione che ha perso contro l'Ascoli, con l'unica variante rappresentata da Bjorkengren al posto di Henderson, probabilmente vuole dare a qualcuno la possibilità di riscattarsi dopo la sconfitta contro i marchigiani. Il risultato è stato quello di vedere una squadra piatta, con Mancosu che non si accende mai e di conseguenza non c'è cambio di passo e verve. Nè azioni pericolose.
4) Scintilla giovani, ma quello che ti danno a volte tolgono, ecco perchè vanno gestiti: scelta coraggiosa di Corini che dopo quarantacinque minuti di piattume toglie Mancosu, Tachtsidis e Stepinski. La scossa di adrenalina che procura la tripla sostituzione è immediata, si cominciano a sentire anche le grida da parte dei giocatori giallorossi, in silenzio nel primo tempo. Gol di Rodriguez, raddoppio di Bjorkengren ma, invece di avere la consapevolezza di aver vinto, la squadra inizia ad abbassarsi. Invece di custodire gelosamente la palla dopo averla riconquistata, inizia a sparacchiare lungo, cercando improbabili contropiede. Si sentono da casa le urla di Corini che grida “Lucio, stai alto” ma niente, il Lecce si abbassa colpevolmente.
5) Gallo si Gallo no: il tecnico prova l'inserimento di Gallo al posto di un esausto Coda per blindare la fascia sinistra, l'intenzione è quella di proteggere Zuta per evitare i cross, ma il giovane e talentuoso palermitano inizia ad attaccare, a fare quasi la seconda punta e come se non bastasse il cross per il gol del pareggio arriva proprio dalla sua fascia.
6) Tenere palla, spezzare il ritmo avversario, usare l'esperienza per spegnere la partita quando si è in vantaggio e mancano pochi respiri alla fine: emblematiche le ultime due azioni del Lecce prima del pareggio delle rondinelle. Prima Rodriguez cerca di ingannare l'arbitro evidenziando un fallo che non c'è e regalando palla al Brescia, poi Gallo, unitamente a Henderson, a due minuti dalla fine ed in possesso della palla, si lancia in contropiede senza motivo e lo scozzese, che invece dovrebbe essere più esperto, cerca anche di servirlo. Quel possesso vale tre punti e non va sprecato. Risultato: palla persa ed azione del pareggio del Brescia.
7) Rodriguez che bel giocatore: il talento ex Real Madrid non delude. E' un peperino, tecnico ed ha una cattiveria agonistica esponenziale, il gol nel sangue. Ma non tiene, troppi infortuni più il Covid ne limitano la tenuta atletica. Dopo trenta minuti boccheggia. Pian piano deve crescere di condizione e sarà determinante.
Abbiamo evidenziato i sette punti negativi che ci sembravano più evidenti, ce ne sono altri che meritano un approfondimento ulteriore e sono positivi ma non riguardano le singole partite. Qualcosa sta accadendo in casa Lecce, il nervosismo, gli occhi bassi e la mancanza di reazione da parte dei leader si notano bene, ma i panni sporchi si cerca di lavarli nel chiuso degli spogliatoi e non è dato conoscerli. Almeno per adesso.
Prima di chiudere una nota positiva vogliamo coglierla, anche per non abbatterci troppo: i calciatori portati da Corvino non sono più oggetti misteriosi, almeno per noi che possiamo vederli solo in partita.
Il Lecce può costruire il futuro, sia nella parte rimanente di questa stagione che prossimamente e nello stesso tempo cercare di raggiungere la migliore posizione possibile in classifica. Tutto quello che verrà sarà guadagnato. Nonostante i “segnali”.
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