Vittoria, note positive ma non tutte
Lecce-Como: l’editoriale di Marco Marini
Era la prima ufficiale, dopo tanto precampionato e la squadra non del tutto completa. "Buona la prima" si dice e si scrive, è giusto così. Il Lecce ha battuto il Como, in un calcio d'agosto che però può fornire qualche indicazione se non altro perché tra sette giorni c'è la Lazio e inizia il campionato. Tecnico nuovo, nuova idea di calcio, stesso sistema di gioco, 4-3-3. L'avversario è il Como, formazione nobile della serie cadetta che cercherà fino alla fine di compiere il salto di categoria.
D'Aversa, allenatore dei giallorossi, schiera Gendrey, Pongracic, Baschirotto e Gallo davanti a Falcone; Ramadani perno basso del centrocampo con Gonzalez a destra e Rafia a sinistra; davanti Almqvist esterno destro, Banda sul lato opposto e Strefezza di punta. L'Italo-brasiliano non "falso nueve" sol perché sia basso di statura, ma proprio centrale del tridente, infatti dialogava coi compagni, spesso si sottraeva alla marcatura avanzando, ma non ha mai occupato ruoli diversi da quello di punta centrale. Nessuno scambio di posizione, punta e basta.
Dopo pochi minuti Gallo ha subito una distorsione alla caviglia ed al suo posto è entrato Dorgu. Il giovane danese, appena diciottenne, ha dimostrato immediatamente grande personalità in fase offensiva, servendo oltretutto l'assist per il gol di Almqvist, rete che poi deciderà la partita. Tra i nuovi oltre a Ramadani, sostanziosa ma ancora non scintillante la sua prestazione, abbiamo potuto ammirare Pontus Almqvist: lo svedese è dotato di mezzi atletici ma anche tecnici più che soddisfacenti. Un po' sottotono è apparso Rafia che pure nelle precedenti amichevoli aveva fatto intravedere ottime geometrie.
Tra i "vecchi" una nota di merito va a Pongracic, il centrale così sfortunato nella scorsa stagione è assolutamente di un'altra categoria, così come avevamo potuto intravedere nelle poche apparizioni fatte. Come non dimenticare Blin: appena entrato ha colpito la traversa. Un po' incerto Falcone, ancora bocciato Maleh e questo può diventare un problema.
Il Lecce vince di misura, per uno a zero ma ha ancora tanto lavoro davanti; D'Aversa che ha già imbastito la sua linea di pensiero, ben visibile, deve lavorare sui ragazzi con grande attenzione, perché la serie A non è la Coppa e neanche le amichevoli fuori dall'Italia, se pur giocate bene, possono essere confuse con l'impatto che avrà sul Lecce la massima categoria italiana. Tra sette giorni, probabilmente con Kaba a centrocampo e forse una prima punta di ruolo, vedremo il Lecce all'opera contro una big del campionato, la Lazio di Lotito. I punti iniziano a contare sin da subito ed il Lecce, davanti al suo pubblico, è già chiamato a compiere l'impresa.