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La stagione affidata ai tiri liberi decisivi di Jannuzzi era il finale più tribolante che si potesse immaginare. 
Una partita da vincere ad ogni costo, perché perdere lo scontro diretto avrebbe significato firmare la retrocessione.

Il nervosismo in campo si è visto tutto: il caos ha regnato per buona parte del match.
I tanti tiri in buona posizione che non sono andati a segno sono chiaro indice del clima teso che fa tremare la mano del tiratore.

 

Piacenza ha giocato una partita all’ultimo sangue, con una difesa asfissiante e un attacco con rimorchi che hanno spesso bucato la difesa del Nardó, decisamente carente sotto canestro: 5 schiacciate subite nel primo tempo non sono state un buon presagio. 
Ed invece il caos del secondo tempo ha porta la buona sorte a sorridere al Nardó, che ci ha messo anima e cuore.

Onore al merito ad Aristide (penetrazioni decisive quando i tiri non entrano) e a Stewart (nonostante una serata non proprio brillante, ha ben lavorato soprattutto in difesa e a rimbalzo) ma oggi M.V.P. non può che essere Jannuzzi che, dopo una prestazione opaca e con un notoria pessima percentuale ai liberi, ha segnato i due tiri decisivi. Da vero Capitano.

Daniela Maria Libetta

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